Regia di Kyle Patrick Alvarez vedi scheda film
L'importanza del contesto ambientale in cui si trovano determinati individui è fondamentale e riesce più di ogni altro fattore ad influenzarne le condotte. Il cosiddetto "EFFETTO lUCIFERO" si occupa di studiare il processo secondo cui l'aggressività dell'individuo è fortemente influenzata dal contesto in cui egli si trova.
Lo sa molto bene il professore di psicologia Philip Zimbardo (lo interpreta un risoluto Billy Crudup) della Stanford University che cerca ventiquattro cavie retribuite tra giovani studenti o disoccupati, per poter provare che tra guardie e ladri, il particolare contesto in cui entrambi sono costretti a vivere, li pone dinanzi ad una deviazione di comportamento che li fa sviare dal comportamento più razionale, sia da una parte che dall'altra, accentuando i contrasti, le tensioni, e favorendo da una parte l'abuso di posizione, e dall'altro il tentativo di fuga.
Il professore pianifica, distribuisce i ruoli a suo arbitrio, sceglie la location appropriata per ricreare l'atomosfera carceraria. E già dai promi giorni le guardie, stressate dalla possibilità di non essere temute, cominciano a sconfinare in comportamenti che vanno ben al di là dei limiti rigorosamente previsti e concordati con il professore stesso. E i prigionieri, vessati e maltrattati, pianificano modalità di fuga, tentativi di ribellione, opere di connvincimento da pa rte di tutti coloro che, per varie ragioni, al contrario di loro scelgono la via della remissività per affrontare le avversie ben più ostiche di quanto preventivato.
Forte di due personalità attoriali carismatiche, per quanto ancora molto giovani, come il diabolico Ezra Miller e il più angelico Tye Sheridan, The Stanford Prison Experiment è un film sulla teoria che lascia il posto alla pratica, all'azione, all'esplicitarsi di ciò che già era previsto, ma che nella concretezza dei fatti supera ogni possibilità teorica, moltiplicandone l'effetto distorsivo e deviato.
L'origine della contesa, che rende corrotta la parte buona, e mette sulla corretta difensiva che dovrebbe scontare una giusta pena; risultato: un conflitto insanabile che corrompe pure l'ideatore dell'esperimento, ritrovatosi garante di un ordine che non c'è più e nello stesso tempo irresistibilmente attratto a proseguire verso quell'eccesso di conflitto, gettando alcol sul fuoco già divampante.
Il regista Kyle Patrick Alvarez filma con una buona dinamica, ma anche senza verve innovativa, la tensione in tutto il suo crescendo; valorizza il senso di impotenza e di soffocamento che la cattività forzata genera ed incita, e si sofferma una volta ancora, come in altri celebri ed irraggiungibili film che hanno fatto la storia (Full Metal Jacket su tutti), sul rapporto sadico e diretto verso la perversione senza controllo, tra aguzzini e perseguitati, in un crescendo di tensione che solo la caccia sadica (come tra gatto e topo) riesce a ispirare e a scandire.
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