Regia di Mark Rosman vedi scheda film
Innocuo e lento thriller ispirato dai classici slasher del periodo, costituente il debutto in regia di un giovane alle prime armi (da taglio): Mark Rosman. Sovrastimato dai cultori del filone alla Venerdì 13 e reso del tutto inutile dalla censura che lo ha privato delle poche scene gore e splatter. Film dal ritmo monotono e sonnolento.
19 giugno 1961. Il dott. Beck (Christopher Lawrence) tenta una difficile operazione chirurgica per consentire alla signora Slater (Lois Kelso Hunt) di partorire un figlio.
Vent'anni dopo, nel mese di giugno, le studentesse di un pensionato femminile stanno per celebrare la chiusura dell'anno accademico e decidono di organizzare il raduno in un'area del collegio. Raggiunte dalla direttrice (la signora Slater), vengono sollecitate a rinunciare ai festeggiamenti. Vicky (Eileen Davidson) viene invece maltrattata dopo essere stata sorpresa ad amoreggiare con un ragazzo. E proprio Vicky decide di organizzare uno scherzo feroce alla severa direttrice: sotto minaccia d'una pistola, alcune ragazze la obbligano ad entrare in una piscina. Ma durante la messa in scena parte una pallottola che colpisce Slater. Le ragazze, terrorizzate, invece di prestare soccorso decidono di occultarne il presunto cadavere. Quando più tardi una misteriosa mano assassina prende di mira le allieve, Vicky inizia a temere che la Slater non sia realmente morta.
Venerdì 13 (Sean S. Cunningham, 1980) e Halloween (John Carpenter, 1978) sono stati fonte di ispirazione per una infinita serie di esaltati giovani registi esordienti, tra i quali anche Mark Rosman (classe 1959) che a soli 23 anni realizza questa lenta e soporifera imitazione dei due caposaldi horror, avendo almeno il buon gusto di inserire nel cast qualche sensuale fanciulla (in particolare Eileen Davidson e Kate McNeil). Per il resto il vuoto regna sovrano, a cominciare da una sceneggiatura (sempre opera di Rosman) che oscilla tra impossibili snodi narrativi (vedi l'incertezza sul cadavere della Slater e i tentativi di occultarne maldestramente il corpo) per poi arrivare all'immancabile body-count, opera di un killer mascherato (da pagliaccio, sic!) che adora andarci pesante, usando oggetti contundenti.
E la forza del film, destinato come tutti i precedenti e successivi spin off del filone a un pubblico di adolescenti, dovrebbe proprio essere data dall'aspetto esagerato - ma pure anonimo e scontato - degli omicidi che però, almeno nella versione circolante in dvd, sono quasi del tutto censurati, finendo per apparire raramente quanto velocemente, la cui brevissima durata ha effetto poco più che subliminale. Certo, non sarebbero comunque stati quei tre minuti in più (di sangue e frattaglie) a rendere altrimenti interessante un lungometraggio privo di ritmo, con protagoniste dalle psicologie impossibili e del tutto antipatiche, senza adeguato sviluppo della tensione, troppo emulativo e sottotono.
Circolato per il mercato home video come "Non entrate in quel collegio", per sfruttare il successo di altri più o meno celebri slasher dal titolo proibitivo (Non aprite quella porta, 1974; Non entrate in quella casa, 1980; Non aprite prima di Natale, 1984; Non violentate Jennifer, 1978; Non guardare in cantina, 1973), il debutto di Rosma - cineasta poco prolifico tuttora in azione soprattutto in campo televisivo - è apparso anche in TV come "La soffitta delle ombre".
"Un maestro non è chi insegna qualcosa, ma chi ispira l’alunno a dare il meglio di sé per scoprire una conoscenza che già possiede nella propria anima." (Paulo Coelho)
Trailer
F.P. 30/05/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 87'52")
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