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007: Spectre

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su 007: Spectre

di alan smithee
6 stelle

Quanto conta la storia in un Bond movie? Pochino in effetti: ormai che conosciamo alla perfezione o quasi una forma collaudatissima, forte di 24 capitoli ufficiali, oltre ai figli illegittimi, a volte di gran classe ("Mai dire mai" su tutti), e quindi attendiamo con ansia il refrain bondiano dell'incipit, quello che ci fa apparire lìagente 007 nel cerchio che si tinge di rosso dopo che lui ci ha letteralmente sparato (in fronte) mentre si atteggia in posa da damerino; poi ci aspettiamo la gran scena d'azione d'apertura (qui di grande effetto, tra esplosioni e voli di elicottero attorno ad un carnevale dai tratti macabri e suggestivi), poi i titoli di testa sofisticati e suadenti; poi l'inizio vero e proprio (ma son già trascorsi almeno 20 minuti).

E dopo ci prepariamo a fare il giro del mondo, nelle sue località più fashion ed amene, che nel film in questione spaziano da Città del Messico, a Roma, per finire sulle nevi austriache e fino ai deserti marocchini. Tutto in corsa, per una storia tutta azione dove le vicende sono cucite assieme con una cura maniacale che tuttavia anche questa volta alla fine si perde poco per volta a favore della seduzione visiva e della forma.

E se Daniel Craig - impegnato a combattere la temuta Spectre, setta potente e sovversiva che, guarda caso, trattiene le sue radici proprio in una Roma notturna di gran suggestione che sembra un girone infernale dantesco non molto diverso dal recente ritratto (certo più cronachistico, ma non meno suggestivo) fornitoci da Suburra - è un Bond assai valido e fisico (bellissima la scena iniziale dell'esplosione della bomba, dall'alta efficacia spettacolare e realistica), validi appaiono pure i suoi fidati collaboratori e/o capi che le puntate precedenti ci hanno iniziato a presentare: la nuova sexy ed efficiente Monnypenny (Naomi Harris), il nuovo scienziato-folletto Q ben reso da Ben Whishaw o l'M un pò nevrotivo ben disegnato da un Ralph Fiennes che non fa rimpiangere (troppo) Judy Dench.

Ottima pure Lea Seydoux nella parte di una Bond girl non-solo-bella, mentre Monica Bellucci continua le sue illustri apparizioni fulminee che hanno ormai caratterizzato circa la metà della sua carriera di attrice (?) internazionale.

Sam Mendes si diverte e replica lo stile dinamico ed eccitato di Skyfall (anche se a me questo episodio ha "preso" maggiormente), mettendo da parte ormai da un bel pezzo una carriera d'autore di rilievo per divertirsi (si fa per dire: deve essere una gran fatica girare una produzione del genere, nonostante la pioggia di fondi a disposizione) e fare soldi (come biasimarlo), e il gran cattivo di turno, toccato con un certo criterio al grande attore Christopher Waltz, si perde un pò nelle ormai abituali gigionerie dell'attore e quasi soffocato, nella caratterizzazione del suo personaggio malvagio e rancoroso, da tutta una sovra affollata presenza di personaggi secondati, tra i quali citiamo almeno quel colosso di Dave Bautista, in un ruolo degno del vecchio e caro Squalo.

Si esce dalla sala positivamente scossi da tanta roboante azione, filmata con grande perizia e senso del ritmo, dopo che tutti i numerosi sponsors si sono ritagliati la meritata (e profumatamente pagata) vetrina commerciale. Della vicenda, della storia, non ricordiamo più  nulla....e forse tutto ciò  non è  neppure un difetto o una manchevolezza del film.

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