Regia di Giorgia Cecere vedi scheda film
ho iniziato il film non sapendo che la regista era la stessa di Sangue Vivo. altrimenti avrei saputo prima cosa aspettarmi (in particolare il finale melenso e da cartolina del film leccese). in questo "un posto bellissimo" già la storia non è di per sè da stracciarsi le vesta: una famiglia borghese tipica, annoiata e distaccata, didascalica nell'essere basata su segreti, ipocrisie e incomunicabilità. il terreno su cui si attorciglia il racconto parte quindi da questi presupposti. la nostra Aragonese (molto tagliata nel personaggio dimesso e senza personalità, che mi ha ricordato la Bruni Tedeschi de "Il capitale umano") ha bisogno di trovare nuova pace dopo un forte trauma passato che non si fa fatica ad individuare già nella prima parte della pellicola. Lo farà cercando di dimenticare le sue paure e ampliando la sua rete di conoscenze. Queste le intenzioni. Nei fatti invece il film usa carte già viste e riviste (il rapporto con il ragazzo immigrato, elemento allogeno nella tranquilla realtà provinciale) e non risolve niente, anzi: le situazioni che dovrebbero dare credibilità alla storia sono ridicole (la nostra madre di famiglia che di punto in bianco si ritrova in discoteca ubriaca marcia a ballare con dei 18enni, il rapporto di empatia totale verso il ragazzo del maghreb, conosciuto tral'altro a causa di un furto). Tutto ciò è ulteriormente appesantito dalla classica lettura della media borghesia che tratta l'immigrato come neanche nella Louisiana del 1800. Ah si, c'è chiaramente anche il fattore tradimento del marito, ma questo è immancabile nell'assioma famiglia = merda. Impalbabile e stucchevole, voto 4.
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