Regia di Pietro Parolin vedi scheda film
Grottesco ritratto della provincia veneta.
Una voce off ci introduce nella vita del simpatico Gualtiero (Neri Marcorè) che, un attimo dopo l'inizio del film, viene fermato dalla Polizia Municipale che poi lo insegue dopo l'appropriazione di una ambulanza. È tutto legato a quanto successo una settimana prima. Siamo a Treviso e presto assisteremo ad un teatrino provinciale formato da villoni storici, anziane filosofe, vigili invidiosi, meschini e inetti, professoresse che vogliono prole a tutti i costi, materiali plastici esplosivi, bancarie ninfomani, etc... e una critica alla società perlomeno viva.
Più che omaggiare il cinema classico anni '60, come l'ambientazione farebbe parere, le intenzioni del regista sembrano ispirarsi al cinema grottesco e folle di autori come Almodovar o Hal Hartley. Le idee sono sicuramente originali (almeno per il recente panorama cinematografico italiano), il risultato finale è però, a tratti, pasticciato ma sincero. Girato tra Treviso (riconoscibile la Piazza Centrale), Susenaga (Treviso), Padova (Villa Marcello, in località Levada di Piombino Dese, già vista in PERDIAMOCI DI VISTA di Carlo Verdone), Belluno, Pordenone e Altopiano di Desio (info a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico).
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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