Regia di Francesco Nuti vedi scheda film
Il Nuti nel fiore della sua giovinezza impagina una commedia romantica e zuccherina di ambientazione montanara alla ricerca di un figlio perduto in cui la cosa migliore è la regia al servizio dell'attore tanto che il film esala aria fresca dopo un inizio chiuso in carcere dove giganteggia una perfida e come sempre ottima Laura Betti nel ruolo di una assistente sociale dispotica che non vuole rivelare al reo pentito Romeo il luogo dove è andato a vivere il figlioletto.
Nuti gigioneggia a palla di fuoco e si specchia parecchio col suo istrionismo toscanoide stracolmo di una sega a destra e una a sega a manca ma qualche battuta va a segno come l'albero che sembra di marmo inscalfibile e comunque la sottotrama dellla ricerca dello stambecco bianco da parte dell'ostinato e sognatore patrigno di Lorenzo porta avanti il plot a braccetto con lo sviluppo del rapporto fra il bambino e il suo vero padre fino al finale strappalacrime ma tutto sommato intelligente.
La Muti è tenuta per una volta sotto controllo e la chimica con Nuti non è malaccio, tutto il contrario dell'agghiacciante Stregati di qualche anno duopo.
Bella ma un po' sovrautilizzata la canzone Lovelorn man del fratello del regista.
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