Regia di Domiziano Cristopharo vedi scheda film
Un bel cortometraggio diretto da Domiziano Cristopharo, realizzato in omaggio al celebre personaggio più amato dai lettori di fumetti: Dylan Dog.
Rimasti a piedi con la macchina, Dylan (Stefano Cassetti) e Vivien (Veronica Gentili) vengono attratti da un castello nelle vicinanze, apparentemente abbandonato. Decidono di visitarlo restando sorpresi da alcuni testi criptici e misteriosi trovati al suo interno, e soprattutto per la presenza di una enorme quantità di conchiglie.
"Le conchiglie aprono porte su nuove dimensioni. Bisogna solo risalire la spirale. Ci sono tanti mondi lungo la spirale. Tante possibilità. Tante vite tutte simili, eppure così diverse...."
Dopo Dellamorte Dellamore (Michele Soavi, 1994), il miglior omaggio al celebre personaggio dei fumetti ideato da Tiziano Sclavi - Dylan Dog - è un cortometraggio sceneggiato da Andrea Cavaletto e diretto dal talentuoso Domiziano Cristopharo. La scelta di ambientare la storia in Abruzzo (nella finzione una località inglese), nel castello Piccolomini di Ortucchio, appare decisamente indovinata, tanto quanto l'idea di girare in bianco e nero. Benché siano presenti elementi identificativi del protagonista (il maggiolino, il brano musicale "Il trillo del diavolo" e la tipica esclamazione "Giuda Ballerino"), Cristopharo ben si guarda dal proporre apertamente un personaggio che abbia gli stessi tratti di Rupert Everett (attore sul quale è stata modellata la fisionomia di Dylan Dog), mettendo in scena un ipotetico doppio, in tema quindi con la storia raccontata, che ha i lineamenti del bravo Stefano Cassetti. Abbandonando il gore e lo splatter, come pure l'erotismo, Cristopharo dimostra di saper gestire egregiamente anche un testo puramente malinconico e volutamente ambiguo, che punta ad evocare un clima fantastico e romantico al tempo stesso. Frasi sibilline, quasi indecifrabili, contribuiscono alla riuscita di un cortometraggio insolitamente moderato e adatto ad ogni tipo di pubblico.
curiosità
Vivien fa riferimento a un film citando la frase "Klaatu barada nikto", alludendo però non al classico di fantascienza (Ultimatum alla Terra, 1951) nel quale viene pronunciata per la prima volta, ma a quello di Sam Raimi (L'armata delle tenebre, 1992).
"Questa conchiglia non l’ho raccolta
Su nessuna spiaggia
Ma nella mediterranea notte blu e nera
La comprai a Kos in un negozio lungo il molo
Vicino agli alberi oscillanti delle barche
E mi sono portata con me il fragore delle burrasche
Ma non sento in essa
Né le mareggiate di Kos né quelle di Egina
Solo il canto della vasta e lunga spiaggia
Atlantica e sacra
Dove per sempre la mia anima fu creata."
(Mello Breyer Andersen)
La casa delle conchiglie (Domiziano Cristopharo, 2014)
F.P. 12/08/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 21'16")
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