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Gorchlach: The Legend of Cordelia

Regia di Fabio Cento vedi scheda film

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La recensione su Gorchlach: The Legend of Cordelia

di alan smithee
7 stelle

Un amuleto misterioso portato da Ercole e dalla sua stirpe celtica sino alle Alpi Carniche, condiziona la vita ed alimenta intrighi e misteri lungo tutto un percorso storico che si prolunga per secoli fino ai giorni nostri.Un progetto ambizioso che trae ispirazione da celebri colossal d'avventura mostrando carattere e personalità proprie.

"Tutto ebbe inizio nell'anno 3803 dalla creazione del mondo, quando ancora gli Dei camminavano tra gli uomini"...così inizia a raccontare una avvolgente voce narrante (è Luca Biagini, noto doppiatore, voce abituale dell'attore Hugo Weaving)  ....ma a dirla tutta e per il vero, tutto ebbe inizio grazie alla costanza e alla tenacia del giovane cineasta Fabio Cento, creatore di questo suggestivo episodio pilota, e, speriamo presto, di un serial epico/valdostano di grande respiro ed ambizione, di cui si parla da tempo (il suggestivo primo trailer risale al dicembre 2014, quando al Noir film Festival di Courmayeur sopraggiunse in sala un Ercole in muscoli e pelliccia e persino un magnfico esemplare di lupo) e che ci aspettiamo davvero di poter vedere presto nella sua completezza: ovvero come merita e come è stato concepito dal suo tenace ideatore, regista e produttore di cui sopra.

Un'epica che si dipana con scioltezza tramite tre livelli temporali, a partire dai viaggi di Ercole (interpretato dal muscolare Christian Peretto) che, ucciso il leone di Nemea e debellata la micidiale Idra a nove teste, ricavò dal cuore divenuto di pietra di quest'ultima, un amuleto dai poteri misteriosi chiamato appunto Gorchlach, che diviene presto un oggetto di culto ed una reliquia in grado di attrarre personaggi storici di spicco: uomini di epoche lontanissime una dall'altra, influenzando altresì una serie di avvenimenti nei secoli avvenire, sino ad un casuale ritrovamento ai nostri giorni, presso un antico rudere valdostano in cima ai monti, attorno al quale un gruppo di archeologi sta effettuando dei lavori di restauro.

Da Ercole al fido compagno di viaggio Cordelo, da cui prese il nome il primo villaggio costruito tra le amene valli delle Alpi Graie, il prezioso amuleto divenne il più prezioso e temuto simulacro da conservare e tenere celato in luoghi protetti, affiché i molti nemici dell'antico popolo celtico dei Salassi evitassero di impossessarsene.

Passando dall'anno 1307, quando un mellifluo mercenario, Ebalo di Challant  (Andrea Damarco) riceve direttamente dal Re di Francia (Pierre Lucat) in incognito, un compito segreto ai danni di alcuni templari, mentre un vescovo sopraffatto da uno stato di panico (interpretato da Roberto Accornero) teme che la misteriosa pietra possa finire in mani sbagliate compromettendo i destini del mondo, si arriva via via ai giorni nostri, col ritrovamento della mummia di cui sopra, che innesca nel tenace e curioso protagonista (Guglielmo Corsaris,  alias Federico Mariotti) antichi ricordi legati ai racconti delle leggende che il nonno gli narrava prima di dormire.

Ma si trattava davvero solo di vecchie storie legate a racconti frutto della più ostinata e ardita fantasia popolare? 

Fabio Cento dirige con mano sicura e una cura meticolosa delle inquadrature - specie nei due episodi storici più remoti nel tempo - un thriller esoterico-fantastico che frulla con molta disinvoltura e non senza assumersi altresì qualche sano rischio nell'accumulo sfrontato dei generi, un mistery "archeologico" che coniuga Indiana Jones con le atmosfere ariose e dal sapore mitologico che non possono non ricordare la trilogia tolkeniana dell'anello di Peter Jackson: le riprese aeree sontuose già anticipate nel trailer pervenuto al Noir Film Festival 2014, creano le dovute suggestioni da colossal: anche quando invece il film, nonostante l'interessamento della Regione valdostana, che ha fornito un piccolo quanto doveroso contributo (il film ricambia ampiamente ed oltre il favore ricevuto, costituendo un'ottima piattaforma pubblicitaria a tutto il territorio valdostano circostante) è in realtà più il frutto appassionato della buona volontà e dei mezzi che regista e produttori, tenaci e coraggiosi non meno di Ercole, si sono fatti carico di riuscire a trovare.

Onore al merito e motivo in più per augurare all'invitante episodio pilota qui presente (che vede coinvolto anche, tra gli attori impegnati, anche il noto interprete spagnolo Sergio Muniz), e al suo indomito e volonteroso regista, di trovare un suo adeguato e coerente seguito attraverso un serial che trovi tempo e occasioni opportune per svelarci appieno tutta la concitata vicenda, che pare tra l'altro possa avere le carte in regola per adattarsi alle esigenze di un pubblico piuttosto vario ed eterogeneo.

 

 

 

 

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