Regia di Monica Castiglioni vedi scheda film
Miriam e Giulia, studentesse d’architettura, condividono un appartamento a Milano. Sono molto amiche, nonostante i caratteri opposti: timida, silenziosa e riflessiva la prima, estroversa e volitiva la seconda. Attraversano il territorio elettrizzante e infido che separa la fine dell’università dall’età adulta: una prolungata e ondivaga ricerca di sé che rischia il naufragio a ogni svolta. Miriam, per esempio, si arena con Bo, sedicente artista egoista e narciso, di cui lei si innamora pazzamente nonostante l’evidenza di non essere ricambiata. Cinema indipendente nel senso più puro: praticamente autoprodotto da cast e maestranze (tutti giovanissimi: il montatore ha 17 anni!), coltivato dalla regista Monica Castiglioni (all’esordio nel lungo) per oltre 10 anni, distribuito localmente e dal basso. Nonostante il budget iper low e le inevitabili ingenuità di un debutto, Miriam dice cose semplici e banali (la fatica dell’amore, la paura di non perdere se stessi lungo la strada) con voce definita e chiara: infilando inserti di un evocativo (e potenzialmente universale) videodiario tra le sequenze recitate con convinzione, alternando la messa in scena tradizionale alle confessioni in macchina dei protagonisti, fotografando gli ambienti (anche i paesaggi sottilmente malinconici di una Milano inedita) in modo non scontato. Dev’essere per questo che Miriam sembra parlare sempre al plurale, e quasi senza filtri.
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