Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film
La miglior metafora della vita è il viaggio, un viaggio che tutti affrontiamo ogni giorno accompagnati dalle nostre insicurezze, dalle nostre aspettative, e soprattutto dal pensiero del ritorno a un porto accogliente che tutti speriamo di avere. Siamo turisti, ma turisti "riluttanti", turisti per caso, come quegli uomini d'affari che sono costretti a viaggiare per lavoro e che in realtà auspicano solo il ritorno a casa.
Lawrence Kasdan, partendo da un romanzo di Anne Tyler, offre al pubblico un film prezioso e commovente, il cui protagonista, autore di guide proprio per quegli accidental tourists (parafrasando il titolo originale) di cui si parlava più sopra, è il simbolo dell'uomo che cerca di costruire certezze laddove certezze non ve ne sono.
Macon Leary, questo il suo nome, subisce il più grave dei lutti possibili, la perdita di un figlio, e il conseguente sfascio della famiglia. La moglie Sarah, incapace di affrontare la tragedia, decide di lasciarlo nel tentativo di trovare ancora uno scopo per vivere. Macon subisce la volontà della moglie quasi senza reazione; caratterialmente abituato a rimandare ogni decisione di una certa importanza, dopo la terribile quanto assurda morte del figlio dodicenne (vittima innocente della follia di un rapinatore nel fast food dove era andato a pranzare) si ritrova a trascinare la propria esistenza nella consapevolezza di non riuscire ad elaborare in alcuna maniera un lutto così devastante.
Accoglie così l'abbandono da parte della moglie come un evento inevitabile, inevitabile come quella vita che a stento riesce ancora a portare avanti, e che tuttavia gli proporrà un paio di sviluppi inattesi.
Da una parte conosce, a causa proprio del cane del figlio, una addestratrice un pò fuori di testa, Muriel, che lo tampina subito mettendolo in difficoltà con la propria esuberanza, dall'altra un improvvido quanto assurdo incidente domestico gli causerà la rottura di una gamba, cosa che lo obbligherà e rimettersi alle cure della propria famiglia, ovvero una sorella nubile, Rose, guida attenta e premurosa per i due fratelli, neanche a dirlo scapoli e burberi.
Con i suoi tre congiunti Macon si ritrova immerso in una situazione surreale, fatta di partite a carte sullo sfondo di un telefono che squilla ma a cui, secondo la famiglia, si può anche non rispondere.
La storia prosegue con il ritorno di Macon all'attività professionale (trascinato dal suo editore Julian) e alla vita (la relazione con Muriel diventa stabile e l'uomo si affeziona anche al figlio di lei, Alexander) ma sembra riservare all'uomo una ulteriore sorpresa quando, in un viaggio di lavoro a Parigi, si ritrova in bilico fra il ritorno di Sarah, decisa a ricoprire nuovamente il ruolo di moglie, e l'affetto per Muriel, che non sembra abbastanza forte da sopravvivere.
Non andiamo oltre, soprattutto per non anticipare nulla di un finale intenso e commovente, dove un incontro illusorio con ciò che era stato il suo bene più prezioso accompagnerà il protagonista a prendere finalmente una decisione importante e consapevole, una decisione fatta col cuore e senza più i timori di chi affronta il proprio cammino quotidiano controvoglia, come un turista per caso.
Un film davvero di grande impatto emotivo, dove emerge la straordinaria bravura di Kasdan. Qui non c'è spazio per la lacrima facile , anzi spesso le situazioni vengono delineate con pennellate di umorismo che rendono lieve una narrazione che, visto il tema affrontato, rischierebbe altrimenti di essere gravosa.
Eppure la felicissima mano del regista riesce a dosare in maniera egregia le due componenti (quella drammatica e quella ironica, rappresentata dalla strampalata famiglia di origine del protagonista) della vicenda, regalandoci una pellicola che rifuggendo ogni sentimentalismo di facciata, riesce a toccare in profondità le corde del nostro animo, affiancato in questo da un cast assolutamente straordinario, a partire da un intenso William Hurt nel ruolo di Macon, e da una Geena Davis forse nel suo lavoro migliore, nella parte di Muriel, e proseguendo con Kathleen Turner nei panni di Sarah.
Tra i personaggi secondari Bill Pullman presta fattezze all'esuberante Julian, giovane e brillante editore che incredibilmente si innamorarerà di Rose (la simpaticissima Amy Wright).
In conclusione: chi di noi non si è mai sentito, in vari momenti della propria vita, un turista per caso? E chi soprattutto non vorrebbe avere in certe circostanze una guida rassicurante e piena di consigli affidabili come una di quelle redatte da Macon? Ma le guide non bastano, la vita si fa beffe dei nostri tentativi di viaggiare senza scossoni e ci obbliga a effettuare scelte che sovente vorremmo rimandare; e tuttavia, almeno a parziale risarcimento di ciò, offre ogni tanto opportunità che non avremmo immaginato.
Sta al turista saper cogliere l'occasione e rinunciare a essere lì "per caso", magari seguendo il proprio cuore.
Macon (William Hurt) a Sarah (Kathleen Turner) "Comicio a creder che non conta quanto tu ami qualcuno; ciò che conta è quello che riesci ad essere quando sei con qualcuno"
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