Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film
Il protagonista del film è un uomo che, per obbedire alle regole che si è imposto, ha praticamente rinunciato a vivere. È l'autore di una fortunata guida per viaggiatori, nella quale insegna ai suoi adepti a viaggiare come se non lo stessero facendo, ovvero riducendo al minimo i disagi e le sorprese che gli spostamenti (soprattutto quelli per ragioni di lavoro) riservano da che mondo è mondo per loro stessa intrinseca natura.
E tuttavia questa vita che il nostro Macon si è meticolosamente organizzato gli ha riservato due colpi bassi di proporzioni gigantesche: più o meno un anno prima, il figlioletto di una decina d'anni è rimasto ucciso durante una sparatoria in un fast-food e ora la moglie, ancora sconvolta dalla tragedia, ma anche infastidita dall'atteggiamento apatico con il quale l'ha accolta il marito, lo lascia. E sono proprio gli accidenti (o incidenti) della vita a salvarlo: un cagnetto stizzoso gli permetterà di conoscere una donna un po' svitata ma vitale, che riporterà il sorriso nell'esistenza di Macon.
Diciamo che l'assunto iniziale è interessante, ma è perseguito con troppo programmatica intenzione, anche colorando di grigio il viso di William Hurt, al cui cospetto, dà quasi fastidio, almeno agli occhi del sottoscritto, l'eccessiva petulanza di una Geena Davis immeritatamente premiata con l'Oscar. La migliore mi sembra allora Kathleen Turner, che sa alternare durezze e morbidezze di carattere, mentre il nucleo più riuscito della sceneggiatura risiede nella descrizione della strampalata famiglia di Macon.
Per quanto riguarda Kasdan, inviterei a vedersi prima sue opere a mio parere più riuscite, dal Grande freddo (dei cui personaggi questo Turista per caso sembra costituire un desolato aggiornamento) fino a Grand Canyon.
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