Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Roma anni 10, vogliamo capirlo che questa città sta diventando un feticcio cinematografico come lo era la NY dei seventies: la decadenza si espande nell'immaginario con un incedere inesorabile. Potere, delinquenza, disagio esistenziale, naufragio morale. Sollima rischia accarezzando le corde dell'istant movie ma con la barra ben salda e puntata verso tanto cinema americano di genere e di qualità (Mann, Friedkin fra gli altri), domina la programmaticità del plot. Suburra è infatti un grande film di genere testimone della crescita del regista dopo ACAB, consapevole di come e dove spingere la messinscena e l'approfondimento dei contenuti per concludere un soggetto di valore. E' nella complessità dei caratteri il perno di questo tipo di cinema e pur soffrendo a tratti di cali di credibilità, l'umanità dell'affresco è emozionante. Amore, rabbia, paura, incomunicabilità, ma sopratutto violenza si gettano su questa Roma rovesciata (come nella geniale locandina, una delle migliori del 2015) dai notturni segnati dalle grandi suggestioni sonore degli M83, alla riuscita divisione in capitoli verso l'incombente 'Apocalisse'. Si respira grande cinema perdendosi nel baratro di una realtà ancor peggio della fantasia alla faccia dei 'gufi'... La sequenza con Viola, la ragazza di n°8, in pieno flash di eroina, testimone dell'esecuzione del proprio uomo in un delirio di emozioni e potere visionario merita da sola una valanga di applausi! Duro e necessario.
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