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Suburra

Regia di Stefano Sollima vedi scheda film

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La recensione su Suburra

di steno79
7 stelle

Premessa necessaria: non ho letto il libro di De Cataldo-Bonini, non ho visto il serial televisivo "Gomorra" diretto dallo stesso Sollima, sono un grande ammiratore del film di Matteo Garrone del 2008 (e anche del romanzo di Saviano). "Suburra" è un po' la summa della corrente "neo-noir" italiana degli ultimi anni, e anche se la struttura narrativa riprende un po' troppo da vicino quella ad intarsio del "Gomorra" di Garrone, a cui lo avvicinano naturalmente anche i contenuti, finisce per imporsi grazie alla sapienza spettacolare dello stile e ad un intelligente utilizzo del linguaggio cinematografico declinato secondo l'ottica del "cinema di genere" (che Sollima ha ereditato dal padre Sergio, vero specialista del settore). Un film cupo in tutti i sensi, opprimente come la corruzione e il marciume che stanno alla base della vicenda, battuto da una pioggia incessante e volutamente artificiale, che non ha paura di ricercare l'iperrealismo e la deformazione di un Lynch o di un Tarantino, ma nell'ambito di un'estetica coerente, ben padroneggiata da Sollima grazie alla magistrale resa luministica della fotografia di Paolo Carnera e alle musiche davvero suggestive del gruppo francese M83. Eccellente nel controllo dei vari apporti tecnici, Sollima lo è meno come narratore vero e proprio: sono già state rimarcate da più parti alcune incongruenze della trama, passaggi che non risultano del tutto giustificati, anche se personalmente avrei bisogno di una seconda visione per chiarire alcuni dubbi (mi è sembrato però che nel finale sparisse del tutto il figlio rapito del politico Malgradi, o forse me lo sono perso io per strada?). Molto buono il cast dove primeggia un Favino assolutamente in parte nel ruolo del politico carogna e sfruttatore di minorenni, un Elio Germano sempre convincente nel ruolo del viscido Sebastiano, un Claudio Amendola (che per me non è certo un grande attore) che da' un positivo risalto al personaggio del Samurai; ma sono da menzionare anche i meno conosciuti Alessandro Borghi, vera rivelazione come N.8, Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Giacomo Ferrara e Adamo Dionisi che rimane impresso nel ruolo davvero sgradevole del boss zingaresco Manfredi Anacleti. La durata di 130 minuti è impegnativa e resta qualche dubbio sullo script di Rulli e Petraglia (perché, ad esempio, non nominare mai la banda della Magliana?), ma "Suburra" si fa apprezzare come cinema di genere provvisto di una sua precisa identità, un lavoro che guarda soprattutto al pubblico di appassionati e che mantiene in buona parte le promesse. 

 

Voto 7/10

 

scena

Suburra (2015): scena

 

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