Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Un politico romano è a letto con due prostitute strafatte; una, minorenne, muore e l'uomo - aiutato dalla mafia locale a sbarazzarsi del cadavere - diviene altamente ricattabile. Nulla che lo intimorisca, poichè il politico è già da tempo invischiato in una grossa speculazione edilizia a Ostia, con la complicità di vari clan e boss.
Come già accadeva per il precedente film di Sollima ACAB - All Cops Are Bastards (2012), Suburra vuole essere il ritratto dei nostri tempi, virato al peggio. C'è però qui una minore disposizione all'intrattenimento puro, al 'cinema di genere' si sarebbe detto un tempo, e una discreta consapevolezza televisiva nella confezione del lavoro, che per quanto doni valore estetico ed enfatico, allo stesso tempo riduce la credibilità di fondo del film e del suo messaggio, tutt'altro che scontato. Perchè Suburra è qui e ora, Stefano Sollima (figlio del buon artigiano Sergio) ce lo dice chiaramente: non si tratta di un'opera di totale fantasia (si pensi allo scandalo, esploso contemporaneamente alla lavorazione del film, denominato Mafia capitale), fra le righe della trama c'è un evidente atto di sconsolata denuncia. Il libro di partenza è di due autori che il regista conosce bene: Giancarlo De Cataldo (quello di Romanzo criminale, la cui serie tv è stata diretta proprio da Sollima) e Carlo Bonini (del quale è il libro ACAB), che co-sceneggiano insieme alla premiata ditta Rulli & Petraglia; il ritmo e la tensione sono tenuti a freno nella prima parte della storia, per poi esplodere e diventare i principali ingrediente del finale. Buone le scelte di cast, con Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Greta Scarano, Giulia Gorietti e anche Antonello Fassari; musiche in gran parte azzeccate degli M83. 4,5/10.
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