Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Stefano Sollima con Suburra chiude il suo cerchio narrativo. Iniziato con il Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo su Sky, proseguito nel suo esordio cinematografico di A.C.A.B tratto da Carlo Bonini e concluso con la personale trasposizione delle 500 pg scritte da De Cataldo e Bonini.
L'intento registico di Sollima è chiaro, resuscitare il cinema di Genere ed elevarlo anche con qualche pennellata d'autore.
Suburra è la prosecutio ideale di Romanzo Criminale, ci racconta il sottobosco post Banda della Magliana e paradossalmente le vicende di Mafia Capitale sono diventate un involotario assist per il film.
Il film segue i 4 giorni che precedono l'Apocalisse dei protagonisti aprendo e chiudendo con una pioggia da proporzioni bibliche.
Abbiamo il Samurai nuovo padrone di Roma, l'uomo che tutto sa e tutto muove, l'uomo che gira senza scorta perché protetto dal suo potere, l'uomo che comunica con tre righe il proprio pensiero prima di agire. Un leader più freddo dello stesso freddo che ha il volto di Claudio Amendola in versione "Carminati".
C'è il politico di destra con tanto di collana con croce celtica che alterna famiglia e festini a base di droga e sesso. Festini dove può scappare un morto con le relative conseguenze.
C'è "Il Numero 8" il nuovo che avanza da Ostia. Un uomo che usa più l'istinto che il cervello e che gestisce il potere con la propria fidanzata tossica come fossero dei Natural Born Killers.
C'è Manfredi Anacleti, dichiaratamente ispirato al boss Casamonica, a capo della famiglia di zingari cravattari pronti a "Mangiare" sul tavolo delle grandi feste.
Infine Seba, P.R. delle notti romane che si trova suo malgrado a divincolarsi dai debiti lasciati dal padre e sopravvivere neanche fosse un cane da combattimento.
Sollima sceglie una strada Altmaniana per presentarci, raccontare e interagire le realtà descritte in una discesa agli inferi del pessimismo dove su tutti regna Roma come unica padrona delle loro vite.
Lupi Famelici figli della Lupa, emblematica la scena tra Amendola e Favino dove si spiega che sia Roma la vera responsabile di tutti questi morti.
Suburra è un film dove la sceneggiatura è un canovaccio al servizio della regia virile e muscolare di Sollima che esalta i propri protagonisti da un allucinato Alessandro Borghi allo spocchioso Pierfrancesco Favino fino ad arrivare al kitchissimo Adamo Dionisi.
Suburra è un'opera violentissima che non cede a compromessi, che non ha ne vinti e ne vincitori, e come tale è un film che può piacere come non può piacere ma di certo non lascerà indifferenti
Voto 7,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta