Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Adattamenti scomodi. È noto come Stefano Sollima abbia spolpato prima il romanzo originale, quindi il lavoro degli sceneggiatori Rulli e Petraglia, alla ricerca di una sintesi cinematografica. Che piacciano o no le scelte operate, il suo desiderio di inseguire un’idea precisa di cinema è il segnale più prezioso di Suburra. Può sembrare un rilievo scolastico, ma il genere in Italia, oggi, ha bisogno di questo: non può permettersi una sua riformulazione se non ripartendo dalla tradizione. Suburra scandaglia Roma e i suoi rituali, tra pioggia, prostitute, politica e malavita: ritrae il male e ci restituisce un’opera dura e incisiva, a tratti compiaciuta, ma mai pacificata. Certifica e aggiorna lo “stile Sollima”, che da A.C.A.B. - All Cops Are Bastards, passando per le serie ispirate a Romanzo criminale e Gomorra, si è cristallizzato. È un cinema sporco e muscolare, avvinghiato alla realtà, ma non sottomesso alla cronaca. Capace di esistere sul piano dell’intrattenimento, dell’impegno e del confronto internazionale. Come di produrre personaggi credibili, specie quando si allontana dai volti narcisi dello star system italiano per illuminare semiesordienti e caratteristi, camuffando e mortificando anche il sontuoso corpo di Greta Scarano, anima morale di questo plumbeo noir che non manca di scorciatoie ed eccessi di solennità, ma è animato da un’energia rigogliosa e dalla volontà di sorprendere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta