Regia di Edoardo Falcone vedi scheda film
Un facoltoso cardiochirurgo ateo della Roma bene (Giallini) nonostante i quattrini e la fama ha le sue grane: una moglie insoddisfatta (Morante) che beve di nascosto, una figlia imbecille (Spada) sposata con un minus habens (Pesce) ma, soprattutto, un figlio che intende entrare in seminario (De Ruggeri). Per dissuaderlo e fargli prendere la strada degli studi di medicina, il padre è disposto a tutto. La sua missione diventa allora quella di sbugiardare il prete (Gassman) che ha concretizzato la vocazione religiosa di suo figlio. Ma il parroco non ha nulla di losco a suo carico e, tra mosse e contromosse, la sfida tra i due uomini andrà avanti a suon di sorprese.
Dopo il successo di Tutta colpa di Freud, l'esordiente Edoardo Falcone ripropone l'accoppiata vincente Gassman-Giallini per un film che procede a colpi di luoghi comuni, cerchiobottismo che cerca di accontentare tutti (un'infelicissima battuta su De André, chiosata con un brano di Gigi D'Alessio, viene compensata con una canzone di De Gregori sui titoli di coda), anticlericalismo apostata in sottofinale, scrittura bolsa, personaggi tagliati con l'accetta e tutti eccessivamente caricaturali, con un Gassman che ricorda il Cruise di Magnolia e i due figli imbranati nel copione come nella vita (da attori), ma comunque meglio di Laura Morante, alla quale dovrebbe essere impedito di recitare per decreto legge. Eppure, nonostante il mare di deficienze, questa sorta di Peppone e Don Camillo in sedicesimo regge grazie a un ritmo spedito, all'efficacia dei colpi di scena e a qualche trovata comica apprezzabile.
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