Regia di Edoardo Falcone vedi scheda film
Commedia che confonde con garbo sacro e profano, anche se a molti è parso insensibile, se non fuori luogo, mischiare toni e messaggi religiosi incartati di sciocchevolezza cinematografica.
Immagino i medesimi alle prese, chessò, con lo scorsesiano L'ultima tentazione di Cristo.. fuggirebbero dalla sala urlando al sacrilegio..
C'è anche un altro lato da sottolineare, probabilmente sconosciuto ai più: l'ex galeotto divenuto prete piacione, dall'eloquio magnetico e le platee acclamanti esiste davvero a Roma, risponde al nome di don Fabio Rosini ed affabula folle con le sue interpretazioni evangeliche sopra le righe tanto da essersi guadagnato l'appellativo di “prete parabolico”.
Da qui al film il passo è breve, un curioso restyling di Peppone e Don Camillo che ammicca a sano sentimentalismo coinvolgendo furbescamente i due eclettici showman, Giallini e Gassman, in un dualismo sfociante in problematiche più ampie pur senza l'ambizione forzata di volerle elaborare “a tutti i costi”, il tutto sorretto da una sceneggiatura pimpante in vena di quadretti spassosi, e contornati da ottimi caratteristi vestiti di iperbolico grottesco (siamo disposti anche a tollerare gli eccessi della Morante che sembra divertirsela), a fungere da esatto contr/altare ai toni di una storia che prova (se Dio vuole...) anche a investirci di tenerezza, calcando sentieri già testati, ma anche sfrucugliando compitamente l’indagine introspettiva.
Edoardo Falcone (già autore del validissimo Ti ricordi di me?) apparecchia una tavola in fondo semplice, con tutti gli stereotipi del caso, aggrappandosi a incomunicabilità, incomprensioni, superficialità, azzeccandone il giusto mix, anche in un finale non scontato e che ci lascia liberi e appesi - come una pera all'albero - ai nostri quesiti più intimi senza forzare la mano.
In fondo abbiamo tutti bisogno di sognare senza troppe pippe mentali. Per quelle arriva Moretti a brevissimo...
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