Regia di Juan Logar vedi scheda film
Il fascino e la seduzione femminile possono essere, delle volte, delle armi a doppio taglio. La splendida Rosalba Neri (una regina dell'arte della seduzione), topless ripetuti per lei nella primissima parte di film, è una giovane certa di poter usare gli uomini come oggetti a suo piacimento. Lascia così un giovane ragazzo sognatore per la scorciatoia della bella vita. Non prova infatti alcun sentimento, ma si lascia condurre da valori materialistici e carnali. Individua la preda da spolpare, pianifica una modalità di avvicinamento e irretisce un distinto signore ormai in preda degli anni. Quest'ultimo, interpretato dal tedesco Curd Jurgens (vincitore della Coppa Volpi negli anni cinquanta), si illude di essere davvero un uomo di cui possa innamorarsi una giovane e provocante ragazza amica della figlia. Probabilmente sa già tutto fin dall'inizio, ma la prospettiva del sogno è più forte dell'implacabile certezza della decadenza. Il tradimento si materializza fin da subito con l'ingresso nei piani della ragazza di un secondo ragazzo, ancora una volta una pedina da utilizzare, questa volta per i piaceri erotici. È Juan Luis Galiardo a dar corpo a questo personaggio, attore futuro vincitore del prestigioso Goya quale migliore attore professionista. Anche lui, ritrattista fallito e tramutatosi in playboy, ha un passato in cui aveva trovato la donna della vita, ma ha preferito concedersi ai divertimenti piuttosto che pianificare il futuro. Certo di essere un furbo finisce, suo malgrado, nei giochi di chi pensava di poter “fottere” (per osare un termine forte) dall'alto della sua avvenenza. Il vecchio di turno, infatti, organizza un piano diabolico, mentre gli altri lo sfottono e lo deridono. Penetra nella camera dei due amanti e, con un gesto teatrale che ricorda molto Lo Spettro di Riccardo Freda, si suicida davanti a loro (in realtà inscena il suicidio, si veda infatti l'accensione delle luci nell'ultimo frame del film). Gli sceneggiatori, tra cui figura la firma (probabilmente dovuta a ragioni di contributi statali) del produttore Francesco Campitelli (“Un apprezzato professionista di sicuro avvenire”), introducono una soluzione alla Edgar Allan Poe. Attraverso un congegno, non meglio specificato, il “vecchio” sigilla la camera dei due amanti che si trovano, per tale ragione, rinchiusi all'interno di una casa isolata in Normandia. La storia parte da questa soluzione e si muove, attraverso una serie di flashback che delineano le premesse, in avanti fino all'inevitabile epilogo. Purtroppo ci sono molti buchi narrativi ed eventuali sviluppi che vengono abbozzati e poi abbandonati lungo il corso del film. Si veda, a esempio, l'indagine che cerca di organizzare la figlia del “vecchio” e che non porta a niente, venendo abbandonata durante il film. Altro difetto è la presenza di un bagno dove i due prigionieri, praticamente murati vivi in una camera con un morto prossimo a decomporsi, potrebbero benissimo dissetarsi ed evitare di disidratarsi come invece succede ai due amanti. Le voci fuori campo del vecchio e le apparizioni dello stesso, che si muove alla maniera di un vampiro (tra realtà e incubo della moglie), sono chiari omaggi a Lo Spettro di Freda.
Caratterizzato da una primissima parte all'insegna dell'erotismo, mai volgare, Due Maschi per Alexa (brutto e fuorviante titolo che sembra suggerire un pornazzo) ira sullo psicologico con qualche velleità di critica morale a danno dei due amanti che trattano le persone come oggetti. Buone le musiche. La regia, non malvagia, così come la storia sono dello spagnolo Juan Logar, regista molto conosciuto nell'horror e nel fantastico con titoli quali Transplant of a Brain (da noi presentato quale “Crystalbrain, L'Uomo dal Cervello di Cristallo”) ed El Perfil de Satanas (“Il Profilo di Satana”). L'ultimo frame del film è una genialata. Da rivalutare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta