Regia di Francesco Pavolini vedi scheda film
Un barista sposato e padre di famiglia sta per gettarsi da un ponte romano. Un nugolo di persone si accalca attorno a lui, così l'uomo comincia a raccontare le sue disgrazie, cominciate alla morte del padre, che gli ha lasciato soltanto debiti.
Già regista di serie televisive di successo (La squadra, I Cesaroni), Francesco Pavolini esordisce sul grande schermo con questo lavoro, una commedia dai riflessi amarognoli ambientata nella contemporaneità senza però pretendere di nutrire velleità di satira o di denuncia sociale. Il quadro di fondo è desolante: crisi, debiti, famiglie a pezzi, ma al centro della storia c'è un personaggio rigorosamente ottimista anche al di là di ogni tentennamento razionale, che non potrà che approdare al legittimo happy end. Niente di più, ma - insomma - è già qualcosa: un film destinato al grande pubblico, senza eccessive volgarità o gratuite oscenità, con una trama sufficientemente lineare e soprattutto senza le solite gag telefonate e montate assieme alla buona come usa ormai fare il cinema nostrano da parecchi anni a questa parte, quando tenta (generalmente invano) di cavalcare la fama di un comico televisivo. In questo caso stiamo parlando di Maurizio Battista, i cui difetti come protagonista, al centro della scena, sono palesi, ma che rimane comunque un buon caratterista; fra gli altri elementi da ricordare nel cast, possiamo segnalare Claudia Pandolfi, Paola Tiziana Cruciani, Ninetto Davoli, Rocco Barbaro, Ernesto Mahieux, Emanuele Propizio, Veronica Corsi e Daniela Airoldi. Al di là dei limiti già citati, Uno, anzi due è comunque un'opera che non si crede meglio di ciò che è: ambizioni basse, cinema popolare e di mero intrattenimento, ma raggiunte. 3/10.
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