Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
Un uomo e una donna accomunati da un fallimento matrimoniale si incontrano al ristorante. Il motivo è quello usuale per molte coppie separate con figli, la divisione del tempo con i bambini. E la gestione delle vacanze.
Ma l'incontro si trasforma anche nell'opportunità di fare un bilancio di una vita di coppia che ha visto due persone amarsi e poi allontanarsi.
Vista la debolezza che da un po' di tempo di tempo, sia pur con alcune lodevoli eccezioni, sembra aver attanagliato la scrittura del cinema di casa nostra, che cerca di proporre al pubblico storie che possano arrivare a toccare la sensibilità del pubblico, invitandolo a fare delle riflessioni, tranne poi cadere nella trappola dell'ovvio e del già visto, per di più con ammiccamenti vari alla commedia e scarsa profondità nella costruzione dei personaggi, la paura di trovarsi di fronte a una ennesima occasione perduta era molto alta.
E se questo Nessuno si salva da solo non risulta del tutto esente da alcune delle debolezze che rileviamo troppo spesso nelle pellicole di casa nostra, tuttavia ci troviamo di fronte a un prodotto di qualità che riesce a distinguersi dal contesto attuale per la capacità di saper raccontare con la necessaria convinzione la vita di due personaggi alle prese con problemi e drammi familiari che fanno in fondo parte della vita di tutti i giorni.
Merito del regista Sergio Castellitto, che lavora bene sui protagonisti, scelti accuratamente in funzione dei personaggi cui dovevano dare forma.
Riccardo Scamarcio è sufficientemente belloccio ma anche sufficientemente bravo per assumere il ruolo di un uomo che dietro una sicurezza sbruffone dovuta all'aspetto fisico nasconde malinconie e insicurezze. Dall'altro lato Jasmine Trinca con la sua aria saputella e snob da progressista di buona famiglia è assolutamente in parte nel personaggio di una donna che affetta sicurezza (la pettinatura ed il vestito scelti per la cena, da brava signora borghese di solide certezze, sono assolutamente emblematici) ma che non riesce liberarsi dai fantasmi e dalle ansie del passato.
Gaetano e Delia si incontrano, si innamorano, litigano, si sposano e fanno figli. E litigano ancora, ma stavolta si allontanano, non riuscendo più a trovare la sintonia che li aveva avvicinati.
Il tempo non è affatto il galantuomo che qualche proverbio vuol farci credere, e la vita in comune sul lungo periodo non sempre riesce a resistere alle negatività della vita; i piccoli contrasti si ingigantiscono mentre quelle piccole cose che accomunano due persone e che sono di importanza seminale nella stabilità della coppia finiscono per smarrirsi nel mare di difficoltà per non contare più nulla.
E così Gaetano nonostante la promessa di non tradire mai l'amore della sua vita cade nel tranello della voglia di fuga, trovata attraverso le grazie di una animatrice conosciuta a una festa per il figlio.
Ma il tradimento non è che il sintomo più evidente (e più doloroso) di due percorsi di vita che non riescono più ad essere paralleli, percorsi che inevitabilmente si allontanano.
Nessuno si salva da solo non è un film perfetto, certi passaggi sono deboli, alcuni personaggi di secondo piano ma importanti per l'economia della vicenda andavano forse sviluppati con più attenzione (ad esempio i genitori del protagonista, due “alternativi” interpretati da Massimo Bonetti ed Eliana Miglio che svolgono bene la loro parte ma non hanno spazio per dare profondità alle figure che portano sullo schermo), tuttavia è un film che nel complesso funziona.
Non si cade mai nel macchiettismo, non si cade mai nel rischio dello “sdrammatizzare”, Castellitto persegue invece il suo ritratto di una coppia dell'Italia di oggi con la giusta intensità senza mai mollare la presa sullo spettatore.
E riuscendo a farsi perdonare certi momenti poco incisivi grazie alla presenza di uno straordinario Roberto Vecchioni, nei panni di un anziano “sopravvissuto” che nello stesso ristorante festeggia in compagnia dell'amore della sua vita (Angela Molina) un illusorio ritorno alla stessa.
Il personaggio interpretato dal cantautore milanese ascolta la storia dei due protagonisti da un tavolo poco lontano, li avvicina infine con un pretesto, e in una scena che riesce a toccare lo corde del cuore, racconta la sua storia ai due protagonisti concludendola con la richiesta di una preghiera per lui. Perché “Nessuno si salva da solo”.
Una scena finale talmente intensa da far soprassedere ad alcuni difetti riscontrati nel corso del film e che determinano la promozione di questo lavoro,
Nota finale per la bella colonna sonora, arricchita da brani importanti come Jersey Girl di Tom Waits e La sera dei miracoli di Lucio Dalla. E da un intenso brano dei Sigur Ròs, við spilum endalaust.
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