Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film
La fatica del lavoro in barca rende i pescatori niente di meno che dei "contadini di mare". Vittorio De Seta filma i "suoi" pescatori siciliani, instancabili nel momento frenetico della pesca, come sulla via del ritorno, quando, per riposarsi, si limitano al lavoro non meno importante della cernita del pescato, della pulitura e del rammendo delle reti.
De Seta rinuncia ad ogni apporto musicale ad effetto e fa parlare la fatica, il rituale di un lavoro che si tramanda di padre in figlio, lasciando l'occhio della ripresa spalancato attraverso un cinemascope in grado di concentrarsi sull'immagine del vero e sui rumori della fatica, sul sacrificio della mattanza, sul sangue che compensa il sudore della fatica che, nella crudeltà del gesto, rimane comunque un sacrificio di vita motivato e giustificato.
Il risultato del breve documentario è anche stavolta straordinario per il senso epidermico che il gran regista riesce a trasmettere nello spettatore, infondendo in ognuno il senso di sacrificio e di spossatezza che rende quei popolo umile ma perennemente attivo una sorta di gruppo di eroi silenziosi troppo spesso dati per scontati.
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