Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film
Surfarara è la solfatara, la miniera di zolfo in dialetto siciliano. Ancora una volta De Seta - la terza su tre cortometraggi girati sino a quel punto della sua carriera - indaga silenziosamente intorno all'isola che gli ha dato i natali. La scelta di non utilizzare alcun commento parlato e di affidare ogni descrizione alle sole immagini è emblematica dello stile scarno e pittorico del regista; inoltre si conferma la volontà di non soffermarsi su un particolare personaggio, ma di cercare di inquadrare la situazione nel suo complesso, dando un'idea di perpetuo movimento, di ciclo vitale che viene confermata dagli inserti che riprendono la vita che contemporaneamente scorre al di fuori, al di sopra della 'surfarara'. Cinema più etnologico che sociologico, una manciata di minuti a colori e in cinemascope, caratteristiche comunque non nuove nè per il regista, nè per il genere del corto documentaristico. 6/10.
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