Secondo cortometraggio documentaristico per la regia di De Seta, che racconta senza usare parole, ma con la sola forza delle immagini, la vita sulle isole Eolie, perennemente minacciate dall'attività del vulcano Stromboli.
Una breve didascalia all'inizio della proiezione ci spiega quanto serve: queste sono le isole Eolie, minacciate dall'attività sotterranea, mai sopita del tutto, del vulcano Stromboli. E quella che vediamo nei dieci minuti che seguono è la vita quotidiana degli abitanti di questa terra precaria, instabile, presumibilmente destinata all'abbandono. Seconda regia di Vittorio De Seta, anche questa volta (dopo Lu tempu de li pisci spata) impegnato con una piccola e agile troupe in terra - o meglio, sui mari - di Sicilia; una resa visiva eccezionale è la protagonista assoluta della pellicola, tanto che viene del tutto soppresso ogni commento, probabilmente per il rischio di venire sovrastato dalle immagini. Le luci del giorno sulle isole, gli abitanti locali, le eruzioni: tutto materiale 'pittorico' di grande risalto. Ad assistere il regista nei più disparati ruoli (fra cui quello di co-sceneggiatrice) c'è già la moglie Vera Gherarducci, suo braccio destro insostituibile. 6/10.
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