Regia di Gordon Douglas vedi scheda film
In questo Young At Heart ci troviamo di fronte ad un remake di un film di Curtiz di qualche anno prima (che non cocosco...): una storia di tre sorelle e la loro vita sentimentale, con il baricentro posto sulla biondissima Doris Day. La famiglia è il punto di partenza per questo melodramma a sfondo sociale, perché adottando il risaputo metodo di immettere in una situazione un elemento anomalo, provocando così delle evoluzioni simboliche (degli artisti, in questo caso musicisti e una famiglia borghese), assistiamo ad una variazione di abitudini, di pensiero. Tanto è vero che la diversità del creativo, il fatto di vivere, di gestire e 'vendere' la propria sensibilità, lo porta a diventare al pari di una chiave per aprire la porta delle frustrazioni esistenziali celate sornionamente dietro la normalità borghese. L'equilibrio sociale salta e il personaggio di Sinatra è l'artefice: grande carattere questo con battute e stile 'perso', perfetto per il divo, certo con qualche schematismo ma capace di affascinare e sopratutto di alimentare il motore mélo del film. Proprio su questo profilo melodrammatico però ci sono dei limiti, più che altro delle macchinosità nel procedere del plot fin troppo automatiche e di genere, ribadendo che il pregio dell'opera risiede tanto nel cast e nel soggetto che nella trama in generale. Riconoscendo in Young At Heart dei grandi momenti di disperazione (il pre-finale ad esempio) io avrei inserito dei personaggi con licenza di battute per alleggerire e stemperare i toni mélo, cambiando ritmo e tensione emotiva al fine di rendere una compattezza migliore dell'insieme.
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