Regia di Jennifer Yuh, Alessandro Carloni vedi scheda film
Kung fu Panda 3, nel senso di terza età, non quella avanzata, ma intesa come momento di assunzione delle proprie responsabilità genitoriali. Si può ridere anche della crescita
In questa terza avventura, più comica che ironica, il nostro eroe dovrà confrontarsi con uno dei più grandi nemici dell'essere umano: diventare grande, trovarne la consapevolezza ed assumersi le proprie responsabilità. Ebbene si, anche nel mondo fantastico degli animali dediti alle arti marziali arriva il momento di caricarsi sulle spalle il peso della conoscenza, dell'esperienza e quindi dell'insegnamento verso il prossimo. La regia sceglie un timbro scanzonato, con numerose scene tese a suscitare semplice ilarità, perdendo parte della profondità sentimentale dei precedenti episodi. Anche graficamente, nonostante un uso cospicuo di scenografie dai toni folgoranti, il prodotto risulta meno convincente. Permane invece il senso di simpatica partecipazione alle vicende del panciuto protagonista, ormai personaggio leggendario come i nomi dei maestri di kung fu citati nella narrazione. Un cartone piacevolmente scorrevole. Colorato.
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