Regia di Genndy Tartakovsky vedi scheda film
Chi mi conosce sa che tra le mie più assidue frequentazioni cinematografiche ci sono i cartoons di cui spesso apprezzo spirito, tecnica e linguaggio. Su tutti, direi ovviamente, la sublime Pixar di cui sono irriducibile fan. Ma, una volta acclarato che solo la Pixar è in grado di realizzare certi approfondimenti psicologici dei personaggi, non è che butto alle ortiche tutto il resto, se riesce a funzionare egregiamente in quanto intrattenimento pop. E questo è il punto. La Pixar può permettersi -dall'alto di uno staff creativo insuperabile- di ambire anche all'Oscar. Meno giustificate le ambizioni di certa concorrenza. Ma se il divertimento va a segno con eleganza e con fantasia, beh allora chapeau. E questo è il caso di questo film di cui vado a riferire. Così come è il caso di molti prodotti (non tutti!) sfornati dalla formidabile Dreamworks. Non è invece il caso dei Minions, che -partendo da un'ideuzza di soggetto buffo- ha conseguito un successo planetario a mio modestissimo avviso largamente sproporzionato. In sintesi: si può benissimo realizzare un cartoon senza pretese "artistiche" ma ben fatto e divertente che funziona commercialmente pur conservando una propria dignità di contenuto. Chiedo ancora scusa ai numerosi supporters dei Minions, ma -ribadisco il concetto- al di là degli "omini gialli buffi" nella sostanza creativa resta ben poco. Qui, in questo gioiellino di media fattura targato SONY Animation, tutto funziona a meraviglia. Con personaggi indovinati e ben motivati in sede di sceneggiatura. Certo siamo a spazi siderali da certe complessità di scrittura made in Pixar, ma le trovate (alcune popolari altre più raffinate) sono talmente tante che il prodotto funziona e diverte davvero tanto. Io, almeno, mi sono lasciato andare al divertimento e difetti ne ho trovati ben pochi. Personaggi simpatici, soluzioni godibili e soprattutto una tale infinità di colori e situazioni visive che si fatica ad incamerarle tutte (per dire, vedi passare velocemente certi mostri e ti capita di pensare, cavolo, cos'era quello, è passato tanto di corsa che me lo son perso). In una parola, diciamo che l'intrattenimento pop non è così facile da produrre, a meno che non si parta con l'idea conclamata di arruffianarsi i bambini, e allora lì si entra in un campo che non è nelle mie corde proprio in quanto io adulto e dunque fuori dal target. "Transilvania Horror 2" (del cui primo episodio conservo peraltro un ottimo ricordo) sa essere popolare ma dignitoso, questo è il punto centrale che depone a suo favore. E che l'operazione funzioni lo sta dimostrando il successo che il fim va riscuotendo nella terra d'origine (USA) e tutto mi fa pensare che anche qui da noi sarà lo stesso. ll film è tutto un vorticoso accumularsi di gag e battute e situazioni talmente serrato da scongiurare ogni forma di noia. Alcuni di quei mostri sono davvero irresistibili, fidàtevi. E preferisco non descriverne nemmeno uno per non compromettere il gusto della loro scoperta a chi ne farà conoscenza al cinema. Cos'altro dire? Che Adam Sandler ci ha messo molto del suo: è co-produttore e co-sceneggiatore dell'opera. Da segnalare poi una brillantissima colonna sonora, curata da quel Mark Mothersbaugh che fu pilastro della band di Akron, i DEVO, e che ora pare esser diventato un mago delle musiche per il cinema. Horrror in pillole per il pubblico più giovane, realizzato con buon gusto e simpatia. Mi pare possa bastare per attribuire un giudizio positivo.
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