Regia di Genndy Tartakovsky vedi scheda film
Ogni nonno sogna di essere l’eroe del suo nipotino: il conte Dracula non fa eccezione, da quando la sua adorata Mavis è convolata a nozze con «l’umanico» Jonathan, dando alla luce un adorabile cucciolo d’uomo. Il problema è proprio questo: il piccolo Dennis è dolcissimo, dorme di notte e Batman è il suo supereroe del cuore. Niente zanne, niente sete di sangue: nonno Dracula decide che al pupo serve una terapia d’urto per tirar fuori il vampiro che è in lui, e insieme alla sua cricca mostruosa (la Mummia, il Lupo mannaro, Frankenstein e l’Uomo invisibile) trascina il bimbo in uno sgangherato e fallimentare rito d’iniziazione. Squadra che vince non si cambia, o quasi: Adam Sandler raccoglie di nuovo intorno a sé tutti i suoi sodali storici, con un paio di variazioni apprezzabili solo nella versione originale (il perfido bisnonno Vlad ha la voce di Mel Brooks, mentre la Mummia ha perso, causa guai giudiziari, il suo doppiatore originale, il cantante CeeLo Green), e come sempre plasma il film sugli standard delle sue commedie, sboccate ma saldamente ancorate ai principi della famiglia americana. Così il sequel di Hotel Transylvania, non potendo più giocare sulle bizzarre consuetudini anti-umane di un intenerito Dracula, diventa un’avventura per pubblico giovane con minimo sindacale di idee. Come ha detto (l’altrove geniale) Genndy Tartakovsky, annunciando che non dirigerà il capitolo 3, «due film bastano».
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