Regia di Ken Scott (II) vedi scheda film
Che pasticcio, Vince Vaughn: il suo Dan Trunkman, addetto alle vendite in una grossa azienda, si licenzia in polemica con il capo (Sienna Miller) e improvvisa una start up con un collega in pre pensionamento (Tom Wilkinson) e un giovane con qualche ritardo mentale che passa lì per caso (Dave Franco). Un anno dopo, sull’orlo della bancarotta, il trio deve volare prima nel Maine e poi a Berlino nella speranza di concludere l’affare definitivo, mentre Dan fugge subdolamente anche dai problemi familiari, primo fra tutti il bullismo sofferto dal suo primogenito sovrappeso. Vena malincomica di scuola apatowiana incontra la demenza di Come ammazzare il capo che incrocia gli eccessi bromance di Una notte da leoni lasciandosi andare a qualche deriva da (euro)Road Trip. Vaughn, con quella faccia triste da uomo comune maltrattato dagli eventi, mentre ribadisce allo sfinimento l’edificante messaggio secondo cui non bisogna mai mollare, fa a pugni col contesto di commedia (che si crede) demenziale, sboccata, sporcacciona e politicamente scorretta. I gag che vi aspettate ci sono tutti, così come ogni abusato espediente stilistico-narrativo (sì, anche la notte brava filmata in ralenti): solo svuotati d’ogni impatto comico, trascinati in lungo o tralasciati troppo presto. Il terzetto di protagonisti, per altro, ci mette pure impegno, ma Scott e Conrad vanno in cento direzioni per non arrivare da nessuna parte. Pessimo affare.
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