Regia di Paul Feig vedi scheda film
Melissa McCarthy, negli ultimi anni, è diventata una vera e propria star del box-office americano: i suoi film incassano, e bene, e giocando sulla grinta e sull'improbabilità delle situazioni in cui l'attrice viene messa, il suo cachet è vistosamente cresciuto. Paul Feig è il regista che l'ha lanciata, con "Le amiche della sposa", e torna a dirigerla anche in "Spy", parodia dell'action alla James Bond, con gadgets, ambientazioni estere ( qui ci sono Bulgaria, Francia, Italia, Ungheria...), e voltafaccia continui di personaggi e situazioni. Qui da noi, però, come è successo a molti altri comici USA, la McCarthy non sembra attecchire moltissimo: benchè in effetti sfoderi verve e una dinamicità considerevoli, il suo umorismo è molto sboccato e volgare, lo humour di Feig è grossolano, e comunque quest'ultima ondata statunitense del politicamente scorretto, della risata grassa su cose perlopiù repellenti, o imbarazzanti, sa troppo di gratuitamente provocatorio, e di fine a se stesso. In questa commedia si può ridacchiare tre o quattro volte, ma la sensazione che alla fine ci si prenda più sul serio del necessario, non manca. Inoltre, a clichès abbiamo fatto il pieno: italiani marpioni e fatui, inglesi con l'ombrello, gente dell'Est di cui non fidarsi, eccetera eccetera. Pensando che il prossimo progetto del duo McCarthy/Feig è il reboot al femminile di "Ghostbusters", non è che ci si possa esaltare: forse rimpiangeremo il classico dell'84...
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