Regia di Paul Feig vedi scheda film
Il film Spy ce lo aspettavamo così, nella sua confezione prestabilita e preannunciata di commedia più o meno spudorata che agisce sull'onda demenziale inaugurata dal Johnny English di atkinsoniana memoria, dai due indimenticati ma superflui RED e da quell'Agente Smart: Casino Totale che per quanto forse più riuscito già si è scordato con notevole facilità (sempre meglio, comunque, del seguito di Johnny English). Così siamo già pronti per tutto: una trama decisamente sbrodolante e senza pretese di realismo, esagerazioni gratuite che propinano prese in giro saltellanti, prima allo spettatore e poi al genere tutto, una sigla che tira le orecchie alle ridondanti ma importanti colonne sonore dei Bond-movies, e un one-woman-show della grande (!) Melissa McCarthy, geniale caratterista che da Bridesmades in poi (sempre di Paul Feig, oltretutto) ha sbancato e ha trovato il consenso unanime del pubblico block-buster in grado di divertirsi. Dunque, nulla che possa far saltare sulla poltrona e che faccia urlare alla "commedia geniale". Ma - c'è un ma, per quanto spiacevole possa essere - il film è esilarante. Non si comprende troppo facilmente in che misura l'ilarità di un film possa colpire il pubblico pagante con diversa forza per ognuno, facendo sbellicare uno e magari facendo annoiare l'altro, entreremmo nell'ambito dell'annosa, noiosa, questione-scappatoia del gusto soggettivo; ma se può avere valore, Spy vanta una lunga serie di trovate (costruite con tono parodistico, soprattutto), sia in ambito di script che di invenzione di montaggio, che molte altre commedie con analoghe ambizioni (destare la grassa, grassissima risata) non riescono ad avere.
Avrebbe a questo punto molto più valore elencare alcune di queste curiose idee che Feig è in grado di offrire cercando di dribblare lo spoiler e non rovinare la visione a chi ancora non ha avuto il piacere (o il dispiacere, in casi come questi dipende) di vedere il film. Tutto Spy ha come idea fondante quella di rivalutare il ruolo della donna all'interno del genere spionistico, mettendola in qualche modo al centro, libera dalle invadenze virili che spesso occupano il grande schermo quando film di genere spionistico vengono proiettati. La protagonista interpretata da Melissa McCarthy è tutto tranne che una spia in grado di operare direttamente sul campo; tutto il film non fa altro che smentire questo assunto, checché si possa pensare della sua stazza e della sua carineria in grado di destare simpatia. Aggiungiamo poi che questo tentativo di "rivalutazione" potrebbe in parte essere smentito dal fatto che si tratta di una parodia a tutti gli effetti, ma i soliti sottotesti sottilmente buonisti (nascosti sotto parentesi splatter e amenità a gogò) lascerebbero intendere qualche pretesa contraddittoria, minimamente seriosa, che separa il genere femminile (grintoso, capace di adoperarsi) da quello maschile (stupido, doppiogiochista, bamboccione). L'ipercinesi che caratterizza il lungometraggio dà l'idea di un film più irriverente di quanto in effetti non sia (e anche più originale di quanto non sia), ma è l'ingrediente fondamentale per una visione scacciapensieri e inesorabilmente divertente. Se il ruolo di vomito, volgarità e cacofonie assortite è sulla carta superfluo e banale, operativamente diventa un motore scatenante l'irresistibile risata, perché giunge spesso (e non sempre) al momento giusto, inserito nel giusto contesto e vicino alla giusta situazione. In casi come questi, ovviamente, la giusta situazione è quella più impensabile e assurda.
Oltre alla frenetica, debordante, simpatia di Melissa McCarthy, si distinguono Jason Statham nel ruolo di una spia poco sveglia e convinta di essere utile quando è tutto il contrario, un Jude Law che appare solo per un terzo di film e che fa la parte dell'affascinante ma stupido, e Rose Byrne, che è la controparte antagonistica femminile, e riesce a costruire il suo personaggio-macchietta con gusto e irriverenza. Questi quattro mattatori sembrano fare a gara di bravura (e si deve dire che il doppiaggio non è poi così male, tale sicuramente da non smentire la loro caratura attoriale), e non vince alla fine nessuno, tutti ingredienti equilibrati per una commedia che, appiattito premunitamente l'encefalogramma, può apparire addirittura perfetta, per quanto è vivace e trascinante - in questo senso, addirittura coraggiosa.
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