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Straight Outta Compton

Regia di F. Gary Gray vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Straight Outta Compton

di ethan
5 stelle

'Straight Outta Compton' è la storia, scritta per lo schermo da ben quattro sceneggiatori (Andrea Berloff, Jonathan Herman, S. Leigh Savidge e Alan Wenkus), dell'ascesa della band di Hip Hop (o il più appropriato Gangsta Rap) N.W.A. che, dal ghetto di Compton nella contea di Los Angeles, nella seconda metà degli anni '80, si impose sulla scena musicale dell'intero paese, narrata fino a metà dei '90, culminati con la morte di uno dei fondatori, Eazy-E (Jason Mitchell), a causa del virus HIV.

Il film diretto da F. Gary Gray era potenzialmente una 'bomba' ma, in parte lo script, che si limita ad elencare in maniera piuttosto elementare i fatti che han dato vita alla nascita dl fenomeno, mettendo in un unico calderone temi come razzismo, voglia di affermazione e di rivincita da parte delle minoranze di colore, abusi di violenza della polizia, uso di droghe, liti e divisioni interne tra membri del gruppo e tra essi e manager (Paul Giamatti), ed ancor più la regia, che illustra le vicende in modo piuttosto piatto, senza alcun slancio ed energia, nemmeno nei momenti che potevano dar luogo a sequenze incandescenti, ad esempio nei concerti dove i componenti del gruppo, con linguaggio a dir poco 'colorito' non le mandavano certo a dire, specie nei confronti delle forze dell'ordine, o nei riferimenti alla rivolta, protrattasi per diversi giorni,seguita alla sentenza che assolse i quattro poliziotti che picchiarono Rodney King, scoppiata a Los Angeles nel 1992, che lasciò per le strade decine di vittime, fatto a cui si accenna più volte ma sul quale si preferisce glissare.

Ne esce quindi un film più curioso e ricco di aneddoti che riuscito, gravato anche da molteplici cali di ritmo, imperdonabili per film di questo tipo, una pellicola più per patiti di questo genere di musica che di cinema in generale: in effetti, degli oltre 200 milioni di incasso mondiali dell'opera, più di tre quarti sono stati negli USA, dove si presume che ci sia gran parte degli amanti di tale musica.

Buono il cast nel complesso, dove l'unico attore bianco che si ritaglia un ruolo degno di nota è appunto Paul Giamatti, nel ruolo del mellifluo agente Jerry Heller e, per fortuna, i nostri distributori hanno avuto almeno l'accortezza di lasciare in originale i pezzi cantati.

A mio modo di vedere, la candidatura all'Oscar nella categoria sceneggiatura originale e la contestuale assenza di Quentin Tarantino, nonché l'altrettanto discutibile mancanza tra gli adattamenti del lavoro di Aaron Sorkin per 'Steve Jobs', mi fa pensare che in questa edizione i membri dell'Academy abbiano preso più cantonate del solito e, nella fattispecie, l'inclusione dello script del film in questione sembra più un gesto che obbedisce a motivi 'geopolitici', per mostrare una sensibilità alla tematica razzista, se posta però in termini tutto sommato 'edulcorati', piuttosto che una certificazione di valore del medesimo.

Voto: 5,5.

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