La recensione su Masterminds - I geni della truffa

di IlGranCinematografo

5 stelle

Farsa stracchissima e insapore, priva di nerbo e di mordente.

Fortuna che ci sono Kate McKinnon (la moglie decerebrata del protagonista) e Jason Sudeikis (l'eccentrico sicario pagato per toglierlo di mezzo) ad accendere a scatti la miccia del sorriso a una commedia che comunque si può tranquillamente trascurare di vedere. Ben cinque sceneggiatori – Emily Spivey, Jody Hill, Danny McBride, Hubbel Palmer e Chris Bowman – ricostruiscono, semplificandola e deformandola con tocchi kitsch, la vicenda della rapina più redditizia nella storia degli Stati Uniti, avvenuta nel 1997 in Carolina del Nord. Una storia che, raccontata in un linguaggio differente (magari quello del thriller o del noir), avrebbe forse avuto più attrattiva di quanta ne possiede questa farsa stracchissima e insapore, priva di nerbo e di mordente: le osservazioni satiriche sono tutte all'acqua di rose, i colpi di scena non diradano il torpore dei sensi e l'impaginazione registica di Jared Hess è decorosa ma non in grado di eludere le convenzioni. Se Kristen Wiig e Owen Wilson (e gli altri succitati comprimari) quantomeno si sforzano di uscire dai loro abituali cliché recitativi, Zach Galifianakis è ancora incatenato al suo candido e ingenuo personaggio di Una notte da leoni. Ma nessuno di loro è memorabile, nemmeno lontanamente.