Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Trasposizione cinematografica dell'opera di Verdi, con inserti dal poema originale di Antonio Garcia Gutierrez.
Il trovatore di Giuseppe Verdi, con libretto di Salvatore Cammarano e inserti dal poema originale di Antonio Garcia Gutierrez; il tutto rimaneggiato a otto mani per una sceneggiatura cinematografica che vede le firme di Mario Corsi, Tullio Covaz, Ottavio Poggi e del regista, Carmine Gallone, già ben noto melomane capace nella sua lunga carriera di riadattare per il grande schermo, fre gli altri titoli lirici, Manon Lescaut, Madama Butterfly e persino, a vent'anni circa di distanza, due volte la Casta Diva di Bellini (1935 e 1954). Siamo nel 1949 e un cinema povero e in ricostruzione - esattamente come il Paese - tenta di offrire quanto più svago possibile al pubblico; come ragione per produrre una pellicola di questo stampo è più che sufficiente, ma Gallone è un buon professionista, oltre che un amante del genere lirico, e non si accontenta di mettere semplicemente in scena l'opera con gli standard 'teatrali' di partenza: qualche cambio di ambientazione, sequenze in esterni, un discreto numero di personaggi, azione a sufficienza e gli interventi della voce esterna del narratore fanno la differenza, piccola ma presente, rispetto a una banale ripresa su pellicola della rappresentazione originale. Fra gli interpreti: Gino Sinimberghi, Vittorina Colonnello, Enzo Mascherini, Gianna Pederzini, Enrico Formichi; pare che - non accreditato però sui titoli si testa - l'assistente regista sia il giovane Sergio Leone. 4/10.
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