Regia di David Gelb vedi scheda film
Un gruppo di ricercatori medici testa con successo su di un cane un siero neurologico in grado di riattivare le connessioni sinaptiche, resuscitandolo così dalla morte. Quando una componente del team rimane uccisa in un incidente di lavoro, il compagno e collega decide di rianimarla utilizzando proprio quel siero. L'essere che torna indietro però sembra essere molto diverso dalla persona che conoscevano.
Se l'immaginario ed i pretesti etici di un thriller-horror che gioca a rinverdire i fasti della tradizione gotica mitteleuropea messa a confronto con il tabù della morte e della resurrezione (dalla leggenda del Wurdelak di Tolstoj al dramma neo-scientista del Frankestein di Mary Shelley, per tacere del Nosferatu di Bram Stoker e della lunga tradizione vampiresca) non è sicuramente un soggetto cinematografico che manca di adattamenti più o meno memorabili (dal Dovevi essere morta - 1986 di Wes Craven al Pet Cemetery - 1989 di Mary Lambert tratto da S.King), questo ennesimo epigono in salsa sci-fi finisce per non aggiungere nulla al già nutrito repertorio di una deriva demiurgica sul potere della scienza e della tecnologia, e nello stempo tempo pare non sottragli nulla cercando una sua derivativa originalità nei complicati risvolti di una metamorfosi che ammicca apertamente alle ossessioni telecinetiche alla David Cronenberg ( Scanners - 1981) od all'estro action-fantasy dell'ultimo Besson ( Lucy - 2014).
The Lazarus Effect (2015): Una scena del film
Fondato su di un impianto narrativo abbastanza scontato e sui trasalimenti orrifici di sussulti decisamente telefonati, la creazione della tensione è demandata al cortocircuito tra realtà e allucinazione che ribalta l'assunto dell'omologo film di Joel Schumacher (Linea mortale - 1990), passando dalle esperienze pre-mortem a quelle post-mortem e solleticando tanto l'assunto drammaturgico di una sottotrama amorosa (per una volta che avevamo avuto una scusa per farla fuori prima del matrimonio!) quanto l'emergere di paure ancestrali più legate all'inconscio ed ad un mai sopito senso di colpa che alle suggestioni inferiche dell'horror italiano degli anni 70-80 (vedere per credere Dèmoni - 1985 di Lamberto Bava e soprattutto Inferno - 1980 di Dario Argento con tanto di citazione che sostituisce con l' Aria della regina della notte dal Flauto Magico di Mozart la famosa scena del Va pensiero dal Nabucco di Verdi in una memorabile sequenza presto diventata di culto).
Inferno (1980): Eleonora Giorgi
Forse questo non basta per risollevare la mediocrità di un plot che si esaurisce nella resa dei conti di un massacro annunciato (il potere è sempre malvagio sembra dire il film), ma la misura del metraggio (solo 83') e l'accortezza di non scadere nelle trappole del non-sense fantasmatico lo rendono un prodotto accettabile oltre ogni più pessimistica aspettativa. Finale a sorpresa: perchè anche la moglie di Frankenstein ha bisogno di un compagno!
Distribuito in Italia da Notorious Pictures a partire dal 21 maggio 2015.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta