Regia di David Gelb vedi scheda film
"I morti son sempre morti e la cosa migliore che si possa fare è lasciarli in pace" scriveva Collodi nel suo "Pinocchio" e mai questa considerazione risulta essere vera come nel cinema. Ne abbiamo visti resuscitare milioni da Re-Animator a Pet Sematary passando per Deadly Friend di Wes Craven. Il messaggio è sempre lo stesso: togli il defunto al suo paradiso e te la farà pagare cara. Ma è poi così colpevole e meritevole di punizione qualcuno che sottrae alla morte? Meno intrigante e complesso di Linea Mortale, anche se sulla sua falsa riga, questo film mi ha deluso profondamente nonostante, dopo aver visionato il trailer (errore gravissimo da commettere quando si parla di un horror) non mi fossi creato grandi illusioni sui contenuti. Un gruppo di scienziati ambiziosi scopre un siero che “riattiva” il cervello dopo la morte. Mi ha dapprima ricordato L'Ultima Porta (un film che risale al 2004 e il cui titolo originale è “The Lazarus Child”, cosa che avrebbe dovuto far scattare in me qualche campanello d'allarme) per poi prendere una decisa direzione horror con varie “scopiazzature” di trama e spunti che sfiorano anche il Lucy di Luc Besson. The Lazarus Effect “vanta” la presenza di Olivia Wilde, nota al mondo dell'horror per Turistas e a quello del cinema da botteghino per film come Rush e Her senza dimenticare la televisione, con la sua lunga partecipazione alla serie Dottor House, ben nota ai telefili. In conclusione siamo alle solite, ossia intingere il pennello nella retorica horror e inserire nel cast una ragazza dal fascino indiscusso, convinti che a soddisfare il pubblico appassionato al genere basti davvero poco ma, almeno nel mio caso, non è affatto così.
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