Regia di Giorgia Farina vedi scheda film
Questo genere di commedie lo sanno fare bene gli americani, noi molto meno. Ho ucciso Napoleone rappresenta una gara di cinismo carrieristico all'interno di un'azienda farmaceutica italiana. E il Napoleone del titolo è un pesciolino rosso che probabilmente simboleggia il potere maschile all'interno di quel mondo lavorativo nel quale una donna non può fare carriera se non diventando l'amante di qualcuno. Tanto è vero che, una volta compiuta la riscossa delle donne, in ufficio sarà adottato un nuovo pesce rosso, battezzato Waterloo.
La regista, soprattutto nelle prime sequenze ambientate negli uffici dell'azienda, sceglie uno stile iperrealista, che rimanda, grosso modo, ad Alex de la Iglesia, del quale, tuttavia, non mi pare all'altezza, anche per carenze interpretative, in particolare dell'attrice protagonista e di Adriano Giannini, ma anche per un copione non sempre a prova di bomba.
Non so se sia da impenitente maschilista, ma il personaggio più simpatico dell'intero film mi è risultato proprio il diabolico avvocaticchio Biagio (Libero De Rienzo).
La colonna sonora, non particolarmente geniale o evocativa, allinea comunque due pezzi di grande valore musicale e/o storico, come Blister In The Sun dei Violent Femmes e Surfin' Bird dei Ramones.
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