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La comune

Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film

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La recensione su La comune

di Mulligan71
4 stelle

Dopo i fasti degli inizi, del "dogma" di Von Trier applicato mirabilmente nel suo capolavoro, "Festen", 1998, Thomas Vinterberg è andato via via spegnendo il suo Cinema, sperdendosi in operine minori. Negli ultimi anni, invece, pareva risorto, con "Submarino" e, soprattutto, "Il Sospetto", e non potevo che gioirne, perché ho sempre seguito con affetto questo danese, figlio di una cinematografia fra le più belle e intense, in Europa. E' quindi con discreta speranza, leggendo qui e là, che mi sono avvicinato a questo "La Comune", spaccato in salsa danese della vita a Copenaghen e dintorni negli anni settanta. Un film corale, il solito magnifico pugno di attori, a cominciare dal suo feticcio, Ulrich Thomsen, (adorolo) e alla compagna, in questo film, Tryne Dirholm, giustamente premiata a Berlino 2016 con l'Orso d'Argento. Fin qui, niente da dire. Quello che non funziona, per niente, è la storia, la trama, il suo sviluppo. Questo film è, fondamentalmente, una soap opera, infuso di una banalità sconcertante per la tipica capacità introspettiva del cinema nordico, in cui non succede praticamente nulla e quello che succede non mi ha smosso niente, nemmeno un ventricolo, una cellula cerebrale, nulla. E' tutto posticcio, finto, i personaggi, forse anche per colpa del doppiaggio, sono uno più irritante dell'altro, e davvero, in certi passaggi, pare di assistere a una sit-com americana della peggior specie. Vinterberg gira bene, comunque, ma non basta, per niente. Mi sono annoiato a morte, non riuscendo a terminare la visione, sacrificando gli ultimi venti minuti per cuocermi una pizza. Ogni storia personale è buttata lì, senza profondità, e "La Comune" potrebbe essere un pilot per una serie televisiva: speriamo di no. Peccato, un passo falso per Vinterberg, che non ce la fa proprio a salire di livello o, almeno, a tornare febbrile e sincero come nei suoi primi film. Amen.

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