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Sopravvissuti

Regia di Craig Zobel vedi scheda film

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La recensione su Sopravvissuti

di LAMPUR
4 stelle

 

Margot Robbie

Sopravvissuti (2015): Margot Robbie

 

 

Un’idea all'apparenza neanche malvagia: a seguito disastro nucleare, qualche sopravvissuto qua e là, riesce comunque a tirare avanti con le residue risorse della terra non contaminate, e tanta buona volontà.

Nello specifico, a rimanere sola, libera e bella, nella vecchia fattoria di famiglia, è niente popodimeno che la lussureggiante Margot Robbie, rimasta a tirar avanti la baracca come ai primordi del mondo; timida, timorata di Dio e nel tenero ricordo della sua famiglia di origine.

Vive ormai sperduta nel mondo da più di anno: coltiva, va a caccia col suo cane, insomma sopravvive, come da titolo.

 

Un giorno incontra un altro sopravvissuto, Chiwetel Ejiofor, che vaga per le montagne limitrofe con la sindrome da contaminazione, lo accoglie, lo lava, lo sfama, lo stira, lo accudisce, gli offre un tetto, solidarietà… insomma, sai com’è come non è, è una vita che Margot non vede un altro cristiano.. i due fanno amicizia, iniziano a conoscersi, ma qualcosa - specie in lui - ne frena gli impulsi più primitivi.

Ma tra i due, comunque, s'instaura un rapporto autentico, di mutuo aiuto, amicizia sincera e profonda collaborazione.

 

La terra è loro.

 

A quel punto che vuoi che accada? Eccoti il terzo superstite, Chris Pine, questo però, bonazzo e aitante, ovviamente rispettosissimo della privacy e della evidente complicità/affinità/relazione tra Margot e Chiwetel, e vorrebbe rimanere per poco, vuole cercare altre persone, magari amici, parenti, chissà.. aiuta i due a sfruttare una cascata per un generatore di corrente, entra in sintonia, va a passeggio con lei, un sorriso tira l'altro e... accade il patatrac.. fanno sesso come non ricordavano da tempo.. ma il giorno dopo, lui, forse consapevole di averla fatta fuori dal vasetto, riparte per nuove avventure e nuovi superstiti (o magari il nostro Chiwetel, rimasto male, lo ha fatto fuori per ristabilire le priorità, e questo non ci è dato saperlo, ma ci scuote appena dal clima soporifero indotto da attori e regia...).

 

Lei ci resta male, molto male.. ma torna rassegnata alle sue faccende e ai suoi passatempi… il vecchio amico l’ascolta mentre suona l’organo e magari pensa che, forse, è giunta l'ora di suonarla un po' pure lui...

The end.

 

Morale? A parte quella che se lasci Margot da sola un anno le si moltiplicano gli ormoni in misura esponenziale e chiunque le passi a tiro diventa oggetto di stalkeraggio selvaggio (roba da far impallidire pure Weinstein..), direi poche altre.

Si poteva serenamente puntare sulle variegate dinamiche di rapporto tra esseri umani costretti a vivere mesi/anni da soli e poi di nuovo in gruppo, ma questa occasione direi che è tristemente naufragata, vertendo tutto lo “studio” su gelosie e rapporti di coppia alterati/generati da un’improvvisa terza presenza a squilibrare fragili armonie…

 

Un'occasione sprecata direi.. come Margot unica femmina post dramma apocalittico nucleare...

 

 

 

 

 

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