Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Adattando un'idea originale di Sergio Leone insieme a Rodolfo Sonego e ad Alberto Sordi, Carlo Verdone ripropone il suo macchiettistico personaggio, qui l'Oscar Pettinari coatto di borgata, alle prese con le illusioni del mondo del cinema: convinto di poter sfondare a Cinecittà nonostante la sua fracassona cialtroneria, si affida ai consigli di uno svitato principe del foro (un esilarante Alberto Sordi) per estorcere ad un produttore americano un cospicuo indennizzo e la gratificazione di un ruolo cinematografico, architettando un finto incidente: si getta addosso alla sua macchina, ma al volante c'è Nancy, stellina americana in cerca di fama. La vicenda, dopo il survoltato incipit, rivela ben presto il fiato corto ed i passaggi sbrigativi delle commediole made in Eighties di italica produzione: un'esemplare veste spettacolare (fotografia di Danilo Desideri, montaggio di Nino Baragli, musiche di Antonello Venditti) al servizio della ripetività schematica di una comicità di impronta e tempi televisivi e humour ormai stereotipato. Qui Verdone non riesce neanche a sfruttare fino in fondo una spalla come l'Albertone nazionale, nonostante le sue consuete zampate da leone, smarrendo la vitalità dell'ispirazione tra le prevedibili evoluzioni della sceneggiatura, la scarsa spontaneità dell'insieme e le modeste punture di spillo della satira di costume. Restano le battute-cult e i tormentoni verbali, che come al solito il comico romano dispensa a piene mani ("Tutti lo sanno quello che m'è successo dentro quella palude, tutti, pure i sassi. Un ponte de liane alto 40 metri, sotto una palude che faceva schifo, marrone, piena zeppa de barracuda, caimani, coccodrilli, piranhas...") e che garantiscono uno spassoso e sonoro divertimento.
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