Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Gli anni '80, sempre gli anni '80. Dannati anni '80 che hanno ucciso il buon gusto. Il cinema italiano trova i suoi eroi (da Sordi, qui imbolsito e fiacco, a Tognazzi, da Monicelli a Risi e via dicendo) stanchi ed invecchiati, ormai non più in grado di rimanere al passo con i tempi. E non inquadra migliori eredi di una generazione che per un po' si è ritenuta fare capo proprio a Verdone: qualunquismo, burinerie assortite, volgarità fuori luogo, luoghi comuni a profusione, personaggi stereotipati ed una regia scarsa a chiudere il cerchio. Questo film annoia quanto basta per rimpiangere il Sordi di soli 15-20 anni prima, ormai ridotto a una macchietta per sopravvivere. Brutto film.
Un cafone vanitoso, tozzo e incapace di recitare va a Cinecittà con la presuntuosa certezza di strappare un contratto da attore. Incontra un avvocato ancora più fanfarone di lui ed un'attrice americana che potrebbero aiutarlo con le conoscenze giuste, ma ciononostante la sua vanagloria è destinata a stroncare ogni sua velleità.
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