Regia di Silverio Blasi vedi scheda film
Fin dagli albori della televisione in Italia (metà anni Cinquanta), Silverio Blasi c'era: trent'anni di carriera registica spesa quasi interamente a girare 'sceneggiati' (così venivano definiti allora) o, come da più moderna definizione, fiction tv. Questo Il romanzo di un giovane povero, dall'omonimo libro del francese Octave Feuillet risalente a metà Ottocento, è il terzo lavoro di Blasi per la Rai; una pellicola dalle dimensioni ragguardevoli: quattro puntate da poco più di un'ora ciascuna, ma formalmente non troppo curata. Anche perchè i limiti del tempo erano quelli che erano: la messa in scena per la tv di opere di diffusione popolare veniva infatti approntata con criteri essenzialmente teatrali; interni in netta prevalenza ed esterni girati comunque in interno; luci, scene, costumi ridotti all'osso o quasi; recitazione piuttosto enfatica. Fra gli interpreti non spiccano nomi di grande notorietà oggi, ma ai tempi erano ben quotati i vari Paolo Carlini, Evi Maltagliati, Aldo Silvani, Lea Padovani, Laura Carli; "traduzione e riduzione" (così nei titoli di testa) di Carlo Maria Pensa, al suo primo e penultimo contributo di scrittura per lo schermo. A tutti gli effetti si tratta della terza trasposizione per immagini del romanzo di Feuillet, dopo quelle cinematografiche firmate da Amleto Palermi (1921) e Guido Brignone (1943); nell'immediato (1958) ci si misurerà anche Marino Girolami. 5/10.
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