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Francofonia

Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film

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La recensione su Francofonia

di alan smithee
7 stelle

72° FESTIVAL DI VENEZIA - CONCORSO

“Francofonia”, lo dice la parola, è il soffermarsi sullo spirito, la cultura, l'esperienza artistica inerente la Francia, la sua storia, il suo territorio. In un viaggio contorto e giostrato con gli intrecci tipici di un pensiero o di una mente umana che divaga e si libra tra ricordi storici (la salvaguardia e la collaborazione franco-allemanna per consevare e preservare durante la storia drammatica dell'ultima Guerra Mondiale il patrimonio artistico del Louvre, e fatti contemporanei, problematiche anche serie che si stanno affrontando (un carico di opere preziose presente s un cargo in balia delle onde oceaniche che rischia di affondare per sempre), il regista russo Sokurov ci porta con sé in un affascinante delirio di immagini d'epoca e di ricostruzioni meravigliose di ambienti e situazioni che furono. Un labirinto di impulsi emotivi che affascina e ci porta nuovamente, dopo Arca Russa e l'Ermitage, a scoprire le intime preziose collezioni che arricchiscono un'altro grandissimo tesoriere di magnificenza umana, il cuore pulsante del meglio che le differenti ere e civiltà umane hanno saputo produrre, elevando l'uomo ad essere superiore ed allontanandolo dall'insensato spirito guerrafondaio che spesso ed in altri casi lo ha animato.

Quando l'arte unisce due popoli, o li allontana dalla bassezza e stupidità della guerra, estrinsecandosi nella liaison collaborativa che unisce il direttore del museo Jaujard all'illuminato diplomatico conte Metternich, ecco che essa assurge ad una funzione superiore che appiana dissidi e contrasti altrimenti irrisolvibili.

Ma soprattutto è attraverso la bellezza e la perfezione delle opere custodite nel museo, dalle più famose (La Gioconda come la Nike di Samotracia) a quelle più personali scelte secondo il gusto personale del regista, e che il regista riprende in primissimi piani tuffandoci all'interno di particolari di volti e ritratti che esprimono la perfezione artistica più compiuta, che il film appare forte e potente. O comunque più convincente che dinanzi alle articolate e talvolta confuse divagazioni di una mente certamente lucida ed arguta, lasciata un po' troppo a briglia sciolta per essere compresa appieno.

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