Regia di Lenny Abrahamson vedi scheda film
"...se non c'è porta non è stanza ..."
La prima considerazione possibile su un film del genere è che ci si trova di fronte ad una ricostruzione maniacale e perfetta della stanza degli orrori ; unico termine possibile per un luogo in cui vengono segregati madre e figlio ; impensabile eppure realmente esistito , come ci dicono purtroppo le cronache .
Eppure a me è successa una cosa strana , forse per qualcuno incompresibile .
Il mondo che questa ragazza riesce a costruire all'interno di una stanza senza finestre , fatta eccezione per un lucernaio irragiungibile , un mondo parallelo al nostro , al reale , ha dell'incredibile ed è ammirevole ciò che riesce a fare .
Di fatto il bambino crede che tutto il mondo sia in quella stanza , che gli unici esseri "veri" siano loro due e tanto gli basta , non è in grado di desiderare altro , perchè dovrebbe poi visto che è nato all'interno della stessa e non è mai uscito ; ma la storia del suo mondo parallelo viene interrotta dopo cinque anni , quando finalmente sua madre riesce a farlo fuggire , non senza difficoltà , nel senso che l'ostacolo maggiore non è trovare il pretesto per ingannare il carceriere , bensì far capire al bambino che deve fuggire dal suo mondo per entrare in un altro e giustificarne l'esigenza e ...l'esistenza .
Ma la madre trova il modo perfetto ; è decisa , determinata , convincente .
Jack viene catapultato nel nostro mondo e ne resta relativamente shockato o forse è meglio dire stupito , come ptrebbe esserlo un bambino a cui è stato nascosto l'orrore vero e guarda con occhi curiosi una novità , mentre le persone con cui viene immediatamente in contatto devono fare i conti con una realtà parallela mostruosa e difficile da accettare.
Eppure , nonostante tutto , così come in un primo momento abbiamo a che fare con la perfezione della follia , poi arriva la perfezione della elaborazione del danno subito .
A partire dall'intervento dell'agente che per prima trova il bambino , ai nonni che ritrovano figlia e nipote e la diverse eppure comprensibili reazioni all'accaduto , l'intervista tipo da parte di una giornalista che deve fare scoop con domande forse indiscrete ma tutt'altro che illogiche , la facilità con cui una creatura innocente è in grado di adeguarsi al mondo nuovo e per contro la difficoltà a riappropriarsene della madre ; sensi di colpa , senso del dovere , paura della solitidine .
Di fatto non è possibile non menzionare la bravura degli attori , la ricostruzione meticolosa di "stanza " ,immaginare il tormento e l'inventiva di questa ragazza che riesce a compensare la mancanza del mondo esterno per il filgio , perfetti i personaggi di contorno...
PERFETTO
Tornando alla cosa strana che mi è successa , ho trovato due scene struggenti nel complesso di un film che dovrebbe essere definito più che drammatico : l'immagine di Jack il cui sguardo vede per la prima volta scorrere il cielo sopra di lui e quando chiede di tornare nella stanza in cui è nato e vissuto per cinque anni e dice "... se non c'è porta non è stanza ..."
una dialettica , una liricità incredibile .....
e la realtà prende il sopravvento , troppi particolari incastrati per benino , troppi dubbi lasciati in sospeso , e alla fine devo concentrarmi solo su Jack e solo così , solo guardando ad un mondo che non c'è , per fortuna diremmo noi , allora vedo un buon lavoro ; ma sua madre arriva da qua e ...c'era solo quella porta a fare stanza .
E' possibile trovare una mancanza in tanta perfezione ?
No , se solo si segue Jack e la sua fantasia altrimenti le mancanze sarebbero tante , bisogna solo scegliere di crederci.
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