Regia di Lenny Abrahamson vedi scheda film
E' circoscritta la filmografia di Lenny Abrahamson, pure troppo se si pensa a quanto sia fatto bene il suo ultimo film. Ha praticamente tutto quello che serve per essere definito un "buon film" e ricevere i dovuti apprezzamenti di pubblico e critica. Ha dalla sua una storia che tiene le redini della pubblica attenzione, essendo un mix perfetto tra la suspance del thriller e l'introspezione emotiva ma possiede anche le doti tecniche, necessarie per ottenere l'approvazione critica. Gran parte del merito è da ricercare nella bravura dei due protagonisti: il giovanissimo e già scafato Jacob Tremblay e l'intensa Brie Larson, meritatamente premiata con l'Oscar e con i più ambiti riconoscimenti che un'attrice possa desiderare. Il netto contrasto tra la cupa e pallida fotografia de "La Stanza" e il vivo mondo che sta fuori, i personaggi che evolvono, che pian piano si plasmano al mondo prigioniero della normalità che inghiotte anche Jack, da quasi subito, e poi Ma', dopo una dolorosa e sofferente presa di coscienza dei tragici eventi. Non disturba, non sminuisce le problematiche psico-fisiche, da' il giusto spazio alla gioia e al dolore, il suo tono è quasi sommesso, rispettoso, rende partecipi ma lascia a debita distanza, questo non evita di lasciare dentro un senso di pienezza, cosa che solo un buon film, un ottimo film riesce a lasciare.
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