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Fantastic 4 - I fantastici quattro

Regia di Josh Trank vedi scheda film

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La recensione su Fantastic 4 - I fantastici quattro

di alan smithee
4 stelle

Ecco la nuova trasposizione milionaria Marvel (di costo e, probabilmente, di incasso): tornano i Fantastici 4, tra i supereroi più celebri, ma non per questo molto fortunati per quanto riguarda le trasposizioni cinematografiche.

C'era bisogno di un reboot del quartetto più famoso di casa Marvel? Ce n'era bisogno come nel caso dell'Uomo Ragno: per aggiornare cinematograficamente una saga tra le più note ed apprezzate della celebre casa editrice di fumetti (ora più che mai a tempo pieno convertitasi in società produttrice); per lucrarne altri guadagni stellari, ed in questo caso solo, per cercare di rinverdire e migliorare la riuscita cinematografica che nella prima accoppiata di film, non aveva trovato proprio un'amalgama perfetta ed indimenticbile, un po' come successo anche ad un altro ottimo ed interessante supereroe, quel DareDevil sacrificatissimo e banalizzato nella versione cinematografica in modo inaudito.

Come avvenuto per Peter Parker, le nuove avventure di Reed Richards, Johnny e Susan Storm e Ben Grimm partono dall'inizio, anzi prima: da bambini, per ritrovarli dieci anni dopo ancora giovanissimi, troppo acerbi ed imberbi (ci scuserà la Donna Invisibile) rispetto ai corrispettivi su carta disegnata. Si perché a parte Johnny Storm-Torcia Umana, diciottenne pure nel fumetto, se ben ricordate Mr. Fantastic porta basette già ingrigite e il suo amico Ben gli è coetaneo .

Detto, anzi lamentato questo aspetto, e comunque dettaglio posto in essere per richiamare a sé una fascia di pubblico sempre più vasta oltre agli irriducibili fan senza età del fumetto, questo il film ripercorre la genesi dell'eterogeneo quartetto, spostando la genesi al compimento dell'esperimento che il giovane Richards già da piccolo si sforzava di mettere a punto: il trasporto della materia per via molecolare e sfruttando le regole della fisica quantistica. La circostanza fa sì che il gruppo finisca in un universo parallelo dove i quattro ordinari personaggi vengono trasformati in mutanti dai poteri terrificanti o straordinari, a seconda di come li si voglia intendere, dovendo combattere un quinto elemento, loro ex amico, trasformatosi nel diabolico (ma qui in questo contesto poco efficacemente caratterizzato e molto fine a se stesso), Dr Destino, un cattivo alla Magneto, ma con molto meno carisma da ostentare.

La prima parte può anche andare, ma poi il film diventa una baracconata puerile e anche un po' noiosa che ci conferma ancora una volta la difficoltà di rendere cinematograficamente un fumetto che sulla carta creava quasi dipendenza tanta era la presa su me e molti altri individui, teenagers negli anni Settanta.

Miles Teller (Whiplash) e Jamie Bell (Billy Elliott, Nymphomaniac e molti altri), davvero troppo imberbi per il ruolo, si rivedono volentieri, anche se quest'ultimo, ricoperto troppo presto di pietre diviene una maschera castrante e limitativa per l'espressività abituale del giovane volitivo interprete. Alla fine Kate Mara, sorella di Rooney, sembra la figlia dei primi due ed in effetti, trentaduenne, appare come la migliore e la più aderente al personaggio.

Null'altro da segnalare, se non una certa banalità di trasposizione, che la regia un po' qualunque e senza inventiva di tal John Trank (il cui precedente Chronicle - sempre con Michael B. Jordan, Torcia umana di colore per un aggiornamento politically correct che strizza l'occhio alle famigie allargate e multietniche - tuttavia non era proprio niente male) non aiuta a rinfrescare, rendendo questa rivisitazione un clone che fa quasi rimpiangere il duetto precedente a cura del molto meno interressante Tim Story. Perché aspettare un mese ed oltre a distribuirlo in Italia non si capisce bene: poi parlano si pirateria diffusa. Film cone questo e Ant Man, animazioni anche intelligenti e riuscite tipo Minions e ViceVersa, riempirebbero le multisale senza sacrificare incassi e a settembre potremmo usufruire di una distribuzione ragionata che non penalizzi, soffocandoli, i soliti piccoli ed indifesi film d'autore, quelli si meritevoli di un certo accurato protezionismo. Siamo sempre alle solite......

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