Regia di John Hillcoat vedi scheda film
L'impressione personale è che l'australiano John Hillcoat, da quando ha spostato il suo Cinema negli Stati Uniti, non abbia ancora trovato una sua strada, (e proprio con "The Road", nel 2009, esordì oltreoceano), un suo marchio, un qualcosa che mi faccia dire "ecco, questo è un film di John Hillcoat". Ha fatto film solidi, ma mai capolavori e, guarda caso, l'australiano "The Proposition", 2005, rimane ancora il suo film migliore. "Codice 999", pur con i difetti di cui sopra, è probabilmente il suo miglior lavoro americano, debitore a tante cose, derivativo, con il vetusto concetto mafia russa-poliziotti corrotti-rapine, ma di grande solidità e di splendido ritmo. Anche la trama, per quanto, come detto, colma di personaggi stereotipati, funziona e la tipica crudezza del Cinema di Hillcoat, si fa vedere seppure vagamente levigata. E' ormai arruolato nella schiera dei registi che fanno cinema per il grande pubblico, ha un po' smarrito il senso di autorialità, peccato, ma questo lavoro lo fa bene, molto bene. Con "Codice 999" non ci si annoia di certo, è un bel vedere per un pubblico adulto e per chi rimpiange certe pellicole di Michael Mann, per esempio, anche se Hillcoat non ha assolutamente quel carisma. Gli attori se la cavano, c'è un Woody Harrelson ormai eternamente condannato a fare il ruolo del detective hard boiled, (pesantemente penalizzato dal doppiaggio italiano), un Casey Affleck sempre peso mosca e poco probabile, una Kate Winslet cattivissima e il buon Norman Reedus, il Daryl di "The Walking Dead", che pare in vacanza premio dal set televisivo. Se volete passare due ore intense e piacevoli, questo è il film che fa per voi. Non aspettatevi molto di più, ma visto lo stato del Cinema attuale, è già molto.
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