Regia di John Hillcoat vedi scheda film
Le mie aspettative per questo film erano molto alte. E non sono state affatto disattese (il trailer mi aveva attizzato non poco e le recensioni -ottime- lette in rete in anteprima avevano fatto il resto). Sì, non sono certo deluso, ma sono subentrate un paio di cosette che mi hanno diminuito un pelino l'enrusiasmo. Una delle quali non è forse imputabile a chi ha realizzato l'opera. E mi riferisco al fatto che la prima volta che ho visto il film (di due volte) sono incappato in una sala dove la luminosità era al minimo e si vedeva quindi malissimo. Allora ho ripetuto la visione. Con qualche miglioramenro ma il disagio rimaneva, in quel senso. Per cui sono rimasto nel dubbio se il il film (o per lo meno certe copie di esso) abbiano una specie di "difetto tecnico" oppure se mi siano capitate due sale che hanno sei problemi di luminosità (potrebbe anche essere con certi esercenti che giocano al risparmio). Fatto sta che il film penso -sotto questo aspetto- di essermelo goduto a metà, vabbè siamo nati per soffrire. Si tratta prima di tutto di uno dei film più tosti che abbia mai visto. Duro, cupo, violento. Una pellicola che non indugia sui sentimenti, al bando ogni siparietto amoroso o sentimentale. Solo sguardi torvi e tanta tanta azione. Una storia spietata, come lo stile che anima l'ipera. E dunque una narrazione molto "maschia" (pochissime le donne e quelle poche senza rilevanza) Il problema (l'unico ma importante) è proprio che il regista (il bravo John Hillcoat) e lo sceneggiatore sono talmente coinvolti nel raccontare e filmare questi uomini perduti tra odio e violenza, tra esplosioni e spari, che in realtà ne approfondiscono troppo poco i risvolti psicologici, ne definiscono i contorni caratteriali solo supeficialmente, E il cinefilo che pure apprezza un film così duro e per nulla ruffiano (anzi!) resta con un angolino di disappunto nel cuore. Ma è un peccato veniale, tutto sommato, se visto nel complesso di un'opera così tosta e compatta, che non fa sconti, impietosa, diretta, zero fronzoli od orpelli, e senza nessun trucchetto per andare incontro al pubblico da multisala. Il che, con questi chiari di luna, è un mezzo miracolo. Il film ci parla di due mondi, opposti ma contigui, quello del crimine che organizza rapine ed è spietato, e quello -speculare- dei poliziotti duri e "uomini veri". Ma ciò che il film evidenzia (non voglio rischiare lo spoiler) è quanto sia nell'ordine dlle cose che dei poliziotti (per motivi che possono essere svariati) decidano di passare dall'altra parte. E il film procede a lungo in questo terreno di ambiguità tra Legge e Delinquenza. Il tutto raccontato con mano sicura da un regista che si ispira palesemente a maestri del genere come Michael Mann e James Gray, ma -teniamo presente- senza essere nè l'uno nè l'altro. Quindi ambientazioni noitturne intriganti, meccanismi che conosciamo e che ci conquistano, ma -spiace dirlo perchè i confronti con altri cineasti sono sempre impietosamente inopportuni- i suddetti Gray e Mann ne avrebbero tratto un capolavoro. Anyway, ripeto, ringraziamo che nelle multisale arriva un film così rigoroso,e di duro impatto. Che infatti -è facile intuirlo- non avrà vita lunga. Una volta che ci si fa contagiare dal clima noir che avvolge tutta l'opera, dopo è fatta: si segue il film con grande piacere e si esce soddisfatti (fors'anche un po'' incupiti, ma ci sta). Le musiche sono perfettamente adeguate; si va dall'hip hop (che in un film sui neri delle bande è obbligatorio) ad una serie di battiti elettronici che accompagnano per quasi tutta la visione con grande efficacia. Tra il cast (tutto di ottimo livello) si segnalano un Casey Affleck molto in parte, una Kate Winslet brava ma in ruolo appena abbozzato i cui regressi possiamo solo immaginare, un (nome difficilissimo da scrivere ma ci provo) sempre super professionale Chiwetel Ejiofor e soprattutto un Woody Harrelson che quando (cioè quasi sempre) viene lasciato a briglia libera mette in scena personaggi fuori di testa (e infatti qui è pazzesco, nel ruolo di un poliziotto molto sopra le righe). In definitiva un film che vale una visione, per come punta il riflettore sulla Scena del Crimine, trasformando odio e violenza in spettacolo di narrazione cinematografica.
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