Regia di Radu Jude vedi scheda film
Non parla di attualità o del post comunismo, ma ripiega nel passato della prima metà dell'ottocento per mostrarci uno spaccato violento, laido e di sopraffazione, con ogni probabilità specchio della Romania attuale. Il viaggio dei due poliziotti, padre e figlio, fa emergere un mondo dove nessun personaggio ha particolari qualità positive. Tutto figlio della bruttura in cui neanche il minimo buon senso del poliziotto riuscirà ad evitare la classica figura del forte con i deboli e debole con il forte.
I personaggi che incontrano sono tanti, situati in un contesto crudele dove neanche la pietà cristiana, tanto invocata, trova proseliti. Anzi, coloro che dovrebbere essere portatori di pietà sono i primi a manifestare la loro piena intolleranza e da questo punto di vista lo sproloquio del prete ortodosso è da antologia.
Il film ha una certa cadenza che può ricordare il western. La regia segue il viaggio dei due poliziotti e riesce a creare quadri d'insieme e non utilizzando praticamente mai i primissimi piani, segno della volontà di mostrare una realtà arida moralmente e fisicamente. Violento ma non privo di un certo umorismo nero, tanto che alcuni dialoghi risultano veramente brillanti da provocare l'effetto comico. Una pellicola notevole per rigore ed interessante per un contesto sicuramente poco conosciuto.
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