Regia di Burr Steers vedi scheda film
Nel 2009 divenne un caso letterario, all'estero, "Orgoglio e pregiudizio e zombies", rilettura del classico di Jane Austen con l'aggiunta di una componente horror-avventurosa abbastanza arrischiata, se si vuole: pochi anni dopo, ne esce la versione cinematografica, che intreccia ricevimenti a inseguimenti di morti caracollanti, momenti romantici a carneficine, baci a volti deformati dalla decomposizione. Se fosse un tentativo di accattivare l'interesse di nuove schiere di giovanissimi alla letteratura classica, l'intento, pur opinabile, sarebbe tuttavia originale, e anche interessante: proporre il canovaccio di un'opera divenuta un pezzo sempiterno della cultura comune sotto altre vesti, inserendo elementi nuovi quando non, addirittura, imprevedibili o provocatori, può essere anche un viatico per giovani menti forse non ancora tentate dalla curiosità verso un testo cui si avvicinerebbero solo più tardi. E' che non si capisce granchè il senso dell'operazione condotta da Burr Steers: perchè, così com'è, "PPZ" è diligentemente costruito, ma non diventa nè una parodia, nè una rilettura, come si diceva prima, "particolare", con scene che strizzano l'occhio al cinema d'azione supereroistico e non, fatto di battaglie coreografate, ralenti sinuosi e armi gestite come fosse la cosa più naturale del mondo. Rimane, nei fatti, un mezzo pasticcio che si lascia vedere, con una punta di noia, perchè gli elementi non si fondono, e la sensazione di forzatura che si prova fin dalle prime scene, non abbandona mai lo spettatore. Come un piatto azzardoso, in cui però non è stata infusa la sufficiente bravura dal creatore, oppure non sono stati adoperati quegli accorgimenti fondamentali per amalgamare il gusto.
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